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L'ATTACCO

Mondiali 2030, Petit duro verso la Fifa: “Pensano solo a fare soldi”

Petit
L'ex centrocampista di Chelsea e Monaco, campione del mondo nel 1998 con la Francia, non risparmia dure critiche al massimo ente calcistico internazionale dopo l'assegnazione a sei paesi del Mondiale 2030
Redazione ITASportPress

Meno di un anno dopo il Mondiale in Qatar e due anni e mezzo prima dell'edizione 2026, la prima della storia a 48 squadre, il calcio internazionale già discute del Mondiale 2030. E non in termini elogiativi.

A poche ore dall'ufficializzazione della Fifa dell'assegnazione dell'organizzazione a Spagna, Portogallo e Marocco, a far scalpore è stata soprattutto la decisione di far giocare le prime tre partite in Sudamerica, scelta volta a omaggiare i 100 anni dal primo Mondiale, svoltosi in Uruguay.


Una scelta piuttosto divisiva anche perché, con l'organizzazione 2030 affidata di fatto a tre continenti diversi, si spiana la strada verso il Mondiale 2034 all'Asia, con la candidatura dell'Arabia Saudita che già si prefigura come favorita.

Dopo il durissimo attacco dell'ex portiere del Paraguay José-Luis Chilavert, rivolto in particolare verso la Confederazione americana, a prendersela con la Fifa è stato Emmanuel Petit.

L'ex giocatore di Chelsea e Monaco, campione del mondo nel 1998 con la Francia con tanto di gol segnato in finale contro il Brasile, quello del 3-0 conclusivo dopo la doppietta di Zinedine Zidane, è stato molto esplicito intervenendo a 'Rothen s'enflamme', la trasmissione dell'ex Marsiglia e nazionale francese su RMC Sport.

"La Fifa ha perso ancora una volta una buona occasione per brillare di intelligenza - ha detto Petit - Ho l'impressione che sia un'entità fuori dal mondo, dove si prendono decisioni senza preoccuparsi di ciò che succede intorno. Quando è uscita la notizia del Mondiale 20230 ho pensato che fosse uno scherzo".

L'ex centrocampista ha poi spiegato i motivi della propria perplessità, invitando calciatori e politici ad azioni di protesta clamorose: “Ci fanno tanta pressione sul mancato rispetto dell'ecologia e poi prendono decisioni del genere. Dov’è il rispetto per i tifosi? Quanto può costare seguire la propria nazionale ovunque? E per i giocatori? Come faranno ad assorbire la stanchezza per i fusi orari? La Fifa è una struttura che vive in un paradiso fiscale, che ha come unico obiettivo quello di racimolare sempre più denaro. Sono molto sorpreso che nessun politico si esponga per denunciare tutto questo. I calciatori dovrebbero pensare ad una forma di boicottaggio dovrebbero ribellarsi a queste prese in giro".

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