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Petit, il consiglio di Wenger: “Vai per locali, bevi e divertiti…”

Le parole dell'ex centrocampista dei Gunners sul tecnico francese

Redazione ITASportPress

L'avventura di Arsene Wenger all'Arsenal sta per giungere al terminare: dopo 22 anni, infatti, il tecnico francese ha deciso di salutare i Gunners. Molti sono i messaggi ricevuti da ex campioni e tifosi del club inglese e, tra i tanti, anche quello di EmmanuelPetit, che ai microfoni del The Sun ha raccontato alcuni aneddoti sull'allenatore. "Nel 1989 ero sconvolto per la perdita di mio fratello, Arséne mi consigliò di divertirmi e provare a superare il dolore. Ho solo una parola per definirlo: rispetto".

L'ex centrocampista, in quell'anno aveva appena perso il fratello, morto durante una partita coi dilettanti dell'Arques. Dopo il terribile episodio, Petit aveva addirittura pensato di lasciare il calcio a causa del grande dolore. Un ruolo importante in questa difficile situazione, però, l'ha rivestito proprio Arsene Wenger: "Sapeva di dover lavorare prima sulla persona, e solo dopo sul calciatore. Iniziai a conoscerlo come tecnico, ma ben presto diventò mio amico. Ricordo ancora il mio esordio nel Monaco, giocai come centrale di difesa, la partita finì 0-0 e io ricevetti molti complimenti dalla stampa. Il giorno dopo Wenger disse che voleva parlarmi. Pensavo si trattasse della partita, ma lui ne accennò soltanto per un paio di minuti, perché quello che volle fare quel giorno fu concentrarsi sulla persona e non sul calciatore" - ha ammesso l'ex Barça, che ha poi continuato - "Wenger mi disse: ‘Ogni mattina ti vedo, e non sei felice. Hai sempre le cuffie sulle orecchie, ascolti musica, non parli con nessuno. Hai un grande e luminoso futuro davanti a te, ma devi essere felice per migliorare come giocatore’. Mi chiese della mia giornata tipo, e gli raccontai della mia routine tra colazione, allenamento, pranzo, casa, cena e letto”. La risposta di Wenger? Negativa: “Questo è il problema, mi disse. Hai 18 anni, devi vivere la tua vita. Bevi qualcosa, vai in bar e locali, divertiti, ogni giornata può essere bellissima. Non ho mai incontrato nessuno come lui nel mondo del calcio”.

Dopo la notizia dell'addio di Wenger all'Arsenal, l'ex centrocampista francese ha voluto rendere omaggio al tecnico: "Prima che arrivasse lui si parlava del solito Arsenal noioso, di un gioco palla lunga e tutta corsa. Wenger portò tecnica, movimenti e gioco palla a terra. Il giorno di una trasferta a Birmingham venne a parlarmi durante il viaggio in treno, ero molto silenzioso, e mi chiese quali fossero i miei problemi. Gli parlai della mia seconda moglie, incinta, e che non voleva tenere il bambino. Wenger mi disse che appena saremmo arrivati a destinazione avrebbe fatto prenotare un volo per me per Parigi. Mi disse: ‘risolvi i tuoi problemi, e dopo torna qui’. Gli chiesi quanto tempo avessi a disposizione, e il francese di Strasburgo fu ancora illuminante: ‘Prendi tutto il tempo necessario, ma quando tornerai significa che i tuoi problemi saranno risolti, e potrai concentrarti al cento per cento solo sul calcio’. Quando un allenatore ti parla così allora sai che per lui potresti anche scalare una montagna. Ho solo una parola per definire Wenger: rispetto".

WENGER, ULTIMA CONFERENZA (QUASI) IN LACRIME