L'addio di Sarri avrebbe fatto pensare ad una sua fuga, specie dopo che il rapporto con l'ambiente e i tifosi non era decisamente sbocciato. Ma per Jorginho, la nuova stagione è stata linfa vitale. Il centrocampista del Chelsea, prima tra i giocatori presi di mira dai fan quando le cose non andavano, è diventato, invece, tra gli idoli della nuova squadra blues allenata da Lampard. Un cambio di rotta che sa tanto di rivincita per l'ex Napoli.
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La rivincita di Jorginho: “Sempre stato leader. Ho lavorato duro per far ricredere i tifosi sul mio conto…”
"È un'opportunità per me dimostrare che non sono qui solo per l'allenatore"
Come riporta il Sun, infatti, il classe 1991 ha parlato del suo momento e della grande goia per essere diventato uno dei giocatori maggiormente apprezzati dal mondo Chelsea: "I tifosi mi dedicano dei cori? È incredibile perché la scorsa stagione era impossibile. Sono molto contento di come abbiano cambiato idea su di me. Ho lavorato molto e duramente. Non ho mai detto nulla, lavoro e lavoro e lavoro e penso che i risultati stiano arrivando e ne sono molto contento".
SENZA SARRI - In molti pensavano che con l'addio di Sarri, che lo aveva voluto con sé dopo Napoli, anche Jorginho sarebbe tornato in Serie A: "Per me è un'opportunità dimostrare che non sono qui solo per l'allenatore. Sono grato per quello che abbiamo fatto insieme perché è stato fantastico. Abbiamo lavorato quattro anni insieme e sono molto grato per quello che ho imparato da lui. Ma sono qui anche per la mia qualità, ma la gente non l'ha potuto vedere nella scorsa stagione".
RUOLO - E ancora sul rapporto con la tifoseria: "La negatività nei miei confronti mi ha reso triste. Ho dovuto solo lavorare sodo per far cambiare idea su di me e far loro capire che avevano fatto un errore a pensare certe cose nei miei confronti". E sul suo ruolo, tattico e non solo: "In questa stagione, stiamo giocando con palle più lunghe, quindi meno passaggi corti. È cambiato un po', ma la mentalità è la stessa, premere l'altra squadra e cercare di avere il controllo della partita. Devo essere lì in mezzo per controllare tutta la squadra. Se lascio la mia posizione è un grosso problema per tutti perché ci sarà troppo spazio a centrocampo. Cerco di fare ciò che l'allenatore vuole in modo da potermi adattare. Vuole la palla in avanti più veloce e senza troppi passaggi corti, quindi sto provando a farlo". "Io leader? Non è una novità per me perché ho sempre cercato di giocare in questo modo ma nessuno ne parlava. Cerco sempre di aiutare i miei compagni. È una cosa che non tutti vedono ma quando qualcuno come Frank Lampard ne parla, allora forse è vero...".
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