Alan Shearer non le manda a dire alle squadre che hanno accettato di prendere parte alla Superlega. Non solo per quanto riguarda i club inglesi interessati, ma anche quelli degli altri Paesi. Intervenuto a BBC Breakfast, come riporta anche The Northern Echo, l'ex calciatore ha commentato in modo molto duro ciò che dovrebbe accadere ora per "punire" le società coinvolte.
IN INGHILTERRA
Shearer: “Superlega? Cacciare subito le sei squadre inglesi dalla Premier League”
L'ex calciatore duro: "Il Milan non vince lo scudetto dal 2004, l'Inter dal 2010. La Juventus ora è quarto. Non parliamo di come sono messi ora Arsenal e Tottenham..."
Shearer senza mezzi termini
"Bisogna cacciare questi club dalla Premier League? Sì, perché no. La Super League ha lanciato una granata alla Premier League e a tutti gli altri. Devi rispondere a questi club e squalificarli! Squalificali immediatamente! Se puoi, fallo", ha detto Shearer. "Quello che i club vogliono fare è sbagliato. Questo non è un campionato competitivo, è un torneo chiuso. Non si possono organizzare concorsi a cui nessuno può partecipare. Guarda l'ottimo lavoro di Leicester, West Ham. E questi non potranno entrare nella Super League. Semplicemente non è giusto. I proprietari stanno distruggendo l'eredità, i valori del club e le relazioni con i fan. Hanno detto che il calcio non è lo stesso senza i tifosi. E allora fai vedere loro cosa dicono ora i tifosi riguardo al progetto della Superlega. Dicono che non la vogliono. Quindi vediamo cosa significano i fan per questi club".
Poi nello specifico delle altre squadre, non solo quelle inglesi, l'ex giocatore ha detto: "Alcuni di questi club che hanno annunciato questa Super League beh. Guardiamo le loro situazioni: il Milan, nessuno scudetto dal 2011, l'Inter nessuno scudetto dal 2010. La Juventus è attualmente quarta in Serie A; l'Atletico, nessun titolo dal 2014; Arsenal, nessun titolo dal 2004, la lista potrebbe continuare. Non commentiamo poi dove si trovano Arsenal e Tottenham in questo momento in campionato. Chiaramente tutto questo non è giusto...".
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