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Wilshere e l’approdo all’Arsenal… non desiderato: “Non volevo andarci. Ma mio padre…”

Wilshere (getty images)

Il centrocampista rivela in che modo è diventato un calciatore Gunners

Redazione ITASportPress

Nel tempo è diventato quasi una bandiera dell'Arsenal con oltre 200 presenze ma Jack Wilshere, ora al West Ham, inizialmente, era piuttosto riluttante a dire sì ai Gunners. Parlando al Lockdown Tactics podcast, il centrocampista inglese ha rivelato in che modo, all'età di 9 anni, il club inglese lo aveva 'convinto' a firmare.

NO VOLEVO - "Stavo giocando per il Luton contro il Barnet e c'era uno scout che stava osservando per conto dell'Arsenal", ha detto Wilshere. "In seguito è andato da mio padre e gli ha detto che voleva che andassi da loro. Non ha nemmeno detto che voleva un provino, voleva direttamente farmi firmare per l'Arsenal. Devo essere onesto, è stato piuttosto strano perché sicuramente doveva esserci una sorta di finestra di mercato in quel momento ma io non volevo andarci".

DECISIONE - "Era complicato, mio padre avrebbe dovuto finire di lavorare prima per portarmi a Londra. Non mi ha mai fatto pressione per accettare l'offerta". Ma poi la scelta: "Lo ricordo molto bene quel momento. Avevo 9 anni ed ero al parco con un mio amico. Mio padre si fermò col suo furgoncino rosso e mi disse 'oggi è l'ultimo giorno. Devi decidere'. Dissi al mio amico 'Cavolo, vado all'Arsenal'". E sulla sua riluttanza, Wilshere ha spiegato: "Mio padre è stato importante e devo dire che è stato incredibile. Lavorava tutti i giorni, faceva l'idraulico. Finiva alle 16 e poi mi avrebbe dovuto accompagnare a Londra ogni giorno. Ci voleva un'ora di macchina. Ed è stato così per tre volte a settimana da quando ho avuto 10 anni".