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Rakitic: “Impossibile garantirci sicurezza al 100%. C’è un rischio per i calciatori e per tutti gli altri lavoratori…”

Rakitic (getty images)

"Conduciamo una vita agiata grazie ai tifosi e dobbiamo ripagarli"

Redazione ITASportPress

Ivan Rakitic vuole tornare a giocare. L'emergenza coronavirus ha fermato inevitabilmente il mondo del calcio ma sia in Italia che in Spagna il progetto è quello di cercare di portare a termine i campionati. Il centrocampista croato del Barcellona ha rilasciato una lunga ed interessante intervista a Marca dove ha parlato proprio della pandemia di Covid-19 e delle conseguenze che ha portato nella vita di ciascun calciatore, calcistista e non.

INSIEME - "Per sconfiggere il coronavirus dobbiamo restare tutti uniti", ha detto Rakitic che si è poi soffermato sui primi giorni di incertezza quando ancora il virus non aveva dilagato: "All'inizio ero incerto sul da farsi, ricordo tutti i dubbi che avevo in occasione della trasferta di Champions League a Napoli. Invece adesso voglio giocare, il calcio muove tanti soldi ed è una parte importante nella vita di molte persone. Tornando in campo faremmo divertire la gente a casa, che così potrebbe distrarsi un po'".

IN CAMPO - E il messaggio di Rakitic continua, spinto da forte motivazione e senso del dovere verso tifosi, società e spettatori: "Bisogna rispettare le norme sanitarie, ma è impossibile garantirci una sicurezza al 100%. C'è un rischio per i calciatori e per tutti gli altri lavoratori, come ad esempio i commessi dei supermercati. Loro corrono questo rischio e anch'io voglio assumermelo. Abbiamo un debito verso la società, e penso sia arrivata l'ora di restituire quello che ci dà. Noi calciatori conduciamo una vita agiata anche grazie ai tifosi che per vederci pagano gli abbonamenti allo stadio e alle tv, sono sicuro che loro saranno d'accordo con me".