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Robinho conferma: “Al Santos per 230 euro. Avevano bisogno di me come io di loro…”

Robinho (Santos Twitter)

Il brasiliano è tornato "a casa"

Redazione ITASportPress

La conferma arriva dal diretto interessato: Robinho ha firmato col Santosper 230 euro al mese. Lo racconta proprio il brasiliano a TMW spiegando la sua scelta di fare ritorno in Brasile all'età di 36.

Un ritorno a casa, dove tutto ebbe inizio, senza però dimenticare quello che è stato della sua carriera con tanti successi in Europa e anche in Italia.

Robinho: Santos, soldi e Milan

Robinho (Santos Twitter)

"Sono davvero felice di tornare al Santos: questa è la mia squadra, la mia casa, la società che ieri mi ha fatto realizzare il sogno di diventare un calciatore professionista e che oggi mi ha dato un'altra grande opportunità per restare nel calcio", ha commentato con grande entusiasmo Robinho. "Provo una gioia immensa, non riesco a descriverla a parole".

Una scelta, quella di tornare al Santos, dettata più da fattori affettivi che di soldi: "Avevo diverse offerte per continuare a giocare in Europa, ma in questo momento, a 36 anni, ho preferito tornare a casa per la squadra, per mia moglie, i miei figli... Oggi non sono più il ragazzino di un tempo, sono un uomo che ha in testa prima di tutto il bene della sua famiglia".

Pensiero che si riflette anche nella decisioni di accettare uno stipendio solo simbolico: "230 euro? Tutto vero, ma sinceramente non mi piace neanche che se ne parli più di tanto. In questa emergenza planetaria tutti dobbiamo fare la nostra piccola parte. Il Santos oggi ha bisogno di me, proprio come io avevo bisogno del Santos all'epoca dei miei esordi nel calcio".

Un pensiero anche al passato ed in particolare al Milan e, indirettamente all'Inter: "Al Milan ho passato 4 anni bellissimi. Ho segnato oltre 30 gol, abbiamo vinto uno Scudetto indimenticabile e anche una Supercoppa italiana. Quello era davvero un grande Milan. Ho avuto la fortuna di giocare  campioni come Pato, Gattuso, Seedorf, Pirlo, Ronaldinho, Thiago Silva, Inzaghi, Kakà, Ibrahimovic...". E proprio su Ibra: "Non mi sorprende vederlo così a quasi 40 anni. Ibra è sempre stato un professionista esemplare, lui vive davvero per il calcio. Al Milan ho avuto il privilegio di giocare e allenarmi con lui, di vederlo tenere alto tutti i giorni il livello della squadra: è stato un onore per me. Ora i giovani possono imparare tanto anche a livello caratteriale da lui".

Un pensiero poi al Real Madrid che in Champions sfiderà l'Inter: "Sarà una doppia gara davvero difficile e bella da vedere. Inter e Real sono capitate in un gruppo molto competitivo, ma sono comunque due big assolute che cercheranno entrambe di qualificarsi quindi al primo posto. Ad oggi i nerazzurri non hanno niente da invidiare ai blancos".