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Zenit, Barrios racconta la sua infanzia: “Giocavo per strada, ma spesso rischiavo di morire nelle guerre tra bande…”

"Freddo in Russia? Contro il Rubin Kazan non riuscivo quasi a muovermi..."

Redazione ITASportPress

Un'infanzia difficile che lascia segni indelebili tutta la vita. Quella di Wílmar Barrios, centrocampista della Colombia e dello Zenit San Pietroburgo, non è stata certo una vita facile. Il classe 1993 ha raccontato a championat.com alcuni momenti del suo passato, quando ancora era un ragazzino e giocava con gli amici per le strade del suo paese. Ma non solo. Arrivato in Russia quest'anno, il colombiano ha rivelato l'impatto col nuovo ambiente e... il freddo.

PAURA DI MORIRE - Nel corso dell'intervista Barrios ha parlato prima di tutto di quando viveva in Colombia: "Qualche storia della mia infanzia? Beh, da piccolo giocavamo per strada. Ma c'erano momenti in cui le band del posto combattevano. Si sparavano. Noi eravamo lì, senza disturbare nessuno. Stavamo solo giocando e all'improvviso devi stare attento a non prenderti qualche proiettile che vola. In quei momenti pensi solo a scappare, a cercare una porta di una casa e pensi 'se solo fosse aperta'. Temi per la tua vita. Perché rischi anche che ti confondano per qualcuno che non sei. Ma per fortuna ne sono uscito vivo. Ma sì, questo era il mio paese".

IN RUSSIA - Dopo l'esperienze calcistiche in Colombia, ecco il passaggio al Boca Juniors e, adesso, allo Zenit. Primo impatto con la Russia complicato, soprattutto per il freddo: "Contro il Rubin Kazan ricordo un freddo incredibile. Il peggiore mai sentito. Durante il primo tempo non riuscivo a muovermi. Ad essere sincero pensavo anche di non scendere in campo nel secondo tempo. I compagni mi hanno preso in giro, ma con loro c'è un ottimo rapporto e si scherza spesso per questo freddo. Con queste battute è più facile affrontare tutto", ha concluso Barrios.