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A tutto Mourinho: “Difensivista? La storia dice altro. Il mio Real Madrid la squadra più forte del mondo”

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"La verità è che ho vinto in ogni Paese in cui sono stato e sono ancora l'unico ad averlo fatto"

Redazione ITASportPress

È un José Mourinho scatenato quello che si è raccontato ai microfoni di Marca. L’allenatore portoghese, ora al Tottenham, ha parlato in questo momento di diffcoltà a causa dell’emergenza coronavirus. Tanti gli argomenti affrontati, tra passato e presente.

CORONAVIRUS – "Come sto in questo momento di quarantena? Bene, la verità è che oggi sto guardando più calcio che mai stando in casa, analizzando e imparando molto da altre squadre e allenatori. Mi manca il calcio, mi manca il nostro mondo,ma ora dobbiamo essere pazienti e prudenti. Questa è una lotta che riguarda tutti noi e tutti dobbiamo dare il nostro contributo. Spero che si possa ripartire col calcio giocato e penso che se la Premier League ripartirà sarà un bene e un buon segno".

IN SPAGNA - Ma dopo aver fatto il punto sul presente, spazio al passato, specialmente quello in Spagna, alla guida del Real Madrid: "La stagione 2011-12 col Real Madrid? Cosa dire. Quella squadra era la migliore del mondo. Meritava di vincere la Liga e anche la Champions League. Quando il Bayern Monaco ci eliminò dalla Coppa fu davvero difficile per noi da accettare", ha ammesso Mourinho. "Tutti parlano di Cristiano Ronaldo che era sicuramente la punta di diamante, ma ogni giocatore era molto importante perché ognuno di loro aveva un ruolo chiaro all’interno della squadra. Tutti volevano vincere gare e trofei e e tutti sapevano che erano importanti perché vedevano che avevano contribuito a raggiungere quell’obiettivo. In tal senso ricordo Callejón e Granero, che non erano titolari ma erano giocatori importanti per noi".

CRITICHE - Spesso accusato dai tifosi di essere troppo difensivista, Mourinho può vantare, però, un record che dice il contrario: 121 gol in campionato. Nessuno ha mai segnato tanto nella Liga spagnolo. "Beh, cosa posso dire. La storia è lì e dice altro. Alla fine tutto si riduce a quello, ciò che resta della storia". E ancora: "La verità è che volevo entrare nella storia del calcio vincendo e ad oggi sono ancora l'unico che ha vinto nei Paesi in cui è stato. Ho vinto in Spagna, Inghilterra e Italia oltre ovviamente ai titoli col Porto".