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Acerbi, la confessione: “Quando è morto mio padre ho toccato il fondo. Il cancro mi ha salvato…”

Acerbi (getty images)

"Mi sono messo a bere e, mi creda, bevevo di tutto"

Redazione ITASportPress

Lunga e interessante intervista rilasciata da Francesco Acerbi a Repubblica. Il difensore della Lazio e della Nazionale italiana ha parlato del suo passato e della battaglia, vinta, contro il cancro. Ma soprattutto di un periodo molto negativo, successivo alla morte di suo padre.

MALATTIA - Nell'estate del 2013 la scoperta: tumore al testicolo sinistro. Acerbi spiega: "Paura? Ho smesso di avere paura sei anni fa. Sa, ci pensavo proprio in queste ore. Ace, mi dicevo, che fai se quella roba ritorna? La affronterò di nuovo, mi sono risposto. Vedo le cose ben chiare davanti a me e so che da un giorno all’altro potrebbe cambiare tutto". Prontamente, ecco che la malattia si ripresenta, a novembre al testicolo destro: "Chemioterapia dal sette gennaio al quattordici marzo, l’ingresso in un mondo parallelo e più vicino di quanto immaginassi che non abbandoni più, un mondo straordinario pieno di dolore e di coraggio".

AIUTO - Una malattia che, però, è stata in qualche modo la sua salvezza: "Dopo la morte di papà sono precipitato e ho toccato il fondo. Ero al Milan, mi sono venuti a mancare gli stimoli, non sapevo più giocare. Mi sono messo a bere e, mi creda, bevevo di tutto. Potrà sembrarle un paradosso terribile, ma mi ha salvato il cancro. Avevo di nuovo qualcosa contro cui lottare, un limite da oltrepassare. Come se mi toccasse vivere una seconda volta. E sono ritornato bambino. Sono riaffiorate immagini che avevo completamente dimenticato".  "Credo che la malattia mi abbia addirittura migliorato, cancellando rimorsi e rimpianti. Sono diventato un osservatore del paesaggio che sta attorno a me. Ho eliminato il superfluo, le persone negative, ma anche le illusioni. Ho smesso di sognare, preferisco fissarmi dei traguardi semplici. Volevo la Nazionale, per esempio, e me la sono ripresa. Un’ansia di meno. Come la tengo a bada? Calcio e casa, e basta".

PRESENTE E FUTURO - "Obiettivi per il futuro? Il campo fino a 38 anni, qualche soddisfazione da togliermi con la Lazio, poi la panchina. Farò l’allenatore", ha concluso Acerbi.