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EX PRESIDENTE

Agnelli: “Auspico che Corte europea riconosca abuso di posizione dominante della Uefa”

Juventus Agnelli
Parla l'ormai ex numero uno della Juventus nel corso dell'Assemblea dei soci per il passaggio di consegne al nuovo CdA.

Redazione ITASportPress

"Non posso e non voglio nascondere l'emozione che mi anima. Si chiude un capitolo della storia della Juventus". Inizia così il discorso di Andrea Agnelli nel corso dell'assemblea dei soci dei bianconeri per il passaggio di consegne al nuovo CdA.

Ovviamente, però, oltre ai ringraziamenti ci sono stati anche alcuni passaggi piuttosto salienti.

"Quando parliamo di calcio di cosa parliamo? Il calcio fa parte dell’industria dell’intrattenimento, è la principale attività all’interno dello sport. Guardo per cercare di capire quelle che sono le migliori soluzioni per la nostra industria alcuni dati degli investitori. Abbiamo enormi fanbase. Fanno riflettere i numeri delle acquisizioni dei club come Chelsea, Milan, Newcastle ma fanno ancor più riflettere quelli che sono gli investitori. In molti continuano a non comprendere la differenza fra un gioco e un’industria. Io ero presidente dell’ECA e membro del Comitato Esecutivo dell’UEFA, l’analisi era quella di un sistema insostenibile", ha spiegato Agnelli.

Proprio il presidente uscente della Juventus ha poi spiegato: "Mi ha fatto effetto nella proposta di riforma del campionato di Lega Pro che in Italia si parli di disaffezione di tifosi, anche a questo livello ce ne si sta accorgendo. In quasi cent’anni hanno giocato in Serie A solamente 68 squadre, alcune di passaggio: ricordiamoci di questo quando parliamo di accesso alle competizioni".

E in tale ottica: "Mi viene da pensare che se io avessi volto maniere una posizione di privilegio mantenendo i miei ruoli evidentemente non avrei preso le decisioni che ho preso, Invece credo che il calcio europeo abbia bisogno di riforme, la Premier League attrarrà tutto il talento in pochi anni marginalizzando tutte le altre leghe. Però mi sembra evidente che tutti gli altri non vogliano affrontare questo tema mantenendo le loro posizioni di privilegio. L’auspicio è che la Corte di giustizia europea riconosco lo sport professionistico come un'industria. Auspico che questa sentenza possa aprire la strada a una gestione diversa del calcio".

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