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Albanese e il Foggia: “Con Zeman sarà un fantastico derby”

"Il tecnico boemo è un altro fratello Marx, un Buster Keaton, fa umorismo tacendo"

Redazione ITASportPress

Con la promozione in Serie B, il Foggia nella prossima stagione affronterà il Pescara, visto che la squadra di Zeman è retrocessa aritmeticamente la scorsa settimana. In un'intervista a 'La Repubblica', Antonio Albanese ha rievocato il personaggio di Frengo, il telecronista dj pugliese, che raccontava le partite del Foggia di Zeman. Ecco quanto dichiarato dall'attore: "Per dirla tutta, stavo al calcio come Polifemo sta allo strabismo. Poi quelli della Gialappa's mi incastrarono per Mai dire gol e mi misi a cercare spunti su questo sport. Un giorno sentii un allenatore che motivava così la sconfitta: 'gli altri hanno fatto un gol più di noi'. Dissi semplicemente: quest'uomo deve essere mio. Il prossimo anno Foggia-Pescara? Sarà un derby gioioso, il mio derby. Se sarò libero quel giorno andrò di sicuro a ritrovare quelle persone strepitose. Zeman, certo, ma anche Giovannino Stroppa che allena il Foggia, un ragazzo che si voleva divertire in campo e fuori, elegante, imprevedibile. Veniva spesso a Mai dire gol a giocare con noi. Quando ho saputo che aveva riportato il Foggia in B ho brindato alla sua salute, e a quella del Foggia, un ambiente dal tifo allegro, pieno di ritmo, di blues, come tutta la Puglia. Per questo mettevo quella musica quando ero Frengo".

ZEMAN - "Salvarsi non era facile. Ma non dimentichi che la prima partita dopo essere tornato a Pescara l'ha vinta 5-0. E lì ho pensato: Dio esiste. Da dove viene il mio amore per lui? Dal suo silenzio poetico, dall'ironia, lui è un altro fratello Marx, un Buster Keaton, fa umorismo tacendo. Fargli fare il Papa in uno dei miei film? Vero, in Tutto tutto niente niente, film in cui ritorna Frengo. In una scena, poi tolta, otteneva un'udienza in Vaticano e il papa volevo fosse Zeman, che aveva appena portato il Pescara in A. Poi però passò alla Roma e mi sembrò di farmi pubblicità alle sue spalle. Spero di rivederlo presto, è una persona eccezionale, una figura di quelle che ne capita una volta al secolo. Ha vinto poco in carriera? "Avere un palmares scarno aumenta il mito, certo. Ma sono sicuro che se Zdenek anche avesse vinto scudetti e coppe sarebbe stato lo stesso. Il calcio è un gioco e lui l'ha sempre trattato come tale, puntando su moduli di attacco, affrontando l'avversario a viso aperto, con onestà, anche se era inferiore. Io non so se sulle accuse di doping che lanciò avesse ragione o no. So che le avrebbe potute fare solo lui".

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