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Atalanta, Gasperini: “Inter? Mai allenato una grande. Io vicino al Napoli, ma…”

Gasperini (Getty Images)

"Dopo il quarto posto della passata stagione, il sesto quest’anno sarebbe come vincere lo scudetto"

Redazione ITASportPress

Lunga intervista rilasciata da Gian Piero Gasperini ai taccuini del Corriere dello Sport; ecco quanto dichiarato dall'allenatore di un'Atalanta che domani, nel Lunch Match della 21^ giornata del campionato di Serie A, sfiderà il Napoli capolista già battuto ed eliminato dalla Tim Cup in questa stagione: "Contro di noi il Napoli recentemente ha faticato, metterà in campo un’attenzione e una concentrazione maggiori rispetto al solito. Giocheranno su un campo difficile, questo è indubbio, ma neppure per l’Atalanta sarà facile perché sfideremo la prima in classifica, una formazione che ha fatto un girone d’andata straordinario e che è la più forte del campionato insieme alla Juventus. Di certo le difficoltà saranno maggiori per noi che per loro: sulla carta la differenza di valori esiste. Se mi sento la 'bestia nera' del Napoli? Un po’ sì, ma spiegare il perché è difficile. Delle partite contro il Napoli ho buoni ricordi, anche di quelle nell’anno in Serie B quando ero al Genoa. Spero che dai tifosi napoletani non mi arrivino troppi anatemi anche perché io non ho alcun risentimento nei confronti della loro squadra. Mi aspetto una gara tosta, Dovremo essere molto bravi a cancellare dalla nostra mente gli ultimi risultati positivi contro il Napoli, non pensare che sia scontato ottenerne un altro. Le sfide con gli uomini di Sarri sono difficili e dobbiamo fare una grande prova. Sotto questo aspetto sono abbastanza tranquillo e convinto che ci riusciremo perché conosciamo le difficoltà del match e non saremo presuntuosi. Per noi è fondamentale dare un segnale di maturità e migliorare ulteriormente la classifica se vogliamo lottare per il sesto posto. Togliere qualcuno al Napoli? No, spero di incontrarlo al completo. Ne trarrà beneficio lo spettacolo".

SARRI - "Io e Sarri i migliori artigiani della Serie A? E’ un bel complimento. Nutro una grande stima per gli artigiani che da un pezzo di legno o marmo tirano fuori belle opere. Maurizio e io cerchiamo attraverso il lavoro di valorizzare materie prime spesso tutte da plasmare, entrambi veniamo dalla gavetta e, anche se la sua è stata più lunga della mia, quello che abbiamo è frutto del lavoro e dei sacrifici fatti. Non siamo passati da scorciatoie né abbiamo ricevuto regali. Ad entrambi piace veder crescere i propri calciatori grazie al sudore e alla fatica. Ma siamo diversi nel modulo sicuramente: lui gioca sempre a quattro dietro, mentre per me la linea a tre è una costante. Sarri è fedele al tridente, mentre io, dopo averlo usato per anni, adesso sono passato al trequartista più due punte o alle due mezzepunte dietro il centravanti. Il Napoli ha un suo schema tattico che non cambia mai, mentre l’Atalanta è più camaleontica".

INTER - "Non ho mai avuto la possibilità di allenare una grande. Nella mia carriera sono stato tre giornate sulla panchina dell’Inter che in quel momento era una grande decaduta. poi finita ancora più in basso. Allora aveva solo milioni di tifosi e un’enorme rilevanza mediatica, il resto no. Il mio lavoro non l’ho neppure iniziato perché non me ne hanno dato il tempo, ma il passato è passato. Mi consolo con il fatto che sono arrivato davanti ai nerazzurri sia con il Genoa sia con l’Atalanta".

FUTURO - "Aprire un ciclo all'Atalanta? Difficile dirlo. Il legame creato in questo anno e mezzo qui è intenso e indissolubile, ma nel calcio può succedere di tutto".

NAZIONALE - "Ci deve essere qualcosa di concreto o almeno un primo approccio per prendere una decisione. Impossibile ragionare in base a semplici ipotesi".

RETROSCENA - "Sono stato vicino al Napoli. Nel 2011, prima di firmare per l’Inter, ho incontrato nei suoi uffici a Roma De Laurentiis. Quella con lui e Chiavelli è stata una chiacchierata piacevole: ho avuto l’opportunità di conoscere due ottime persone che ho rivisto nelle stagioni successive da avversari. De Laurentiis è un vincente: ha preso il Napoli in Serie C e lo ha portato a lottare per lo scudetto. Per lui parlano i risultati. In quel momento il Napoli era un’opportunità perché Mazzarri poteva andarsene e invece non successe niente. Si vede che non era destino...".

EUROPA - "Dopo il quarto posto della passata stagione, il sesto quest’anno sarebbe come vincere lo scudetto. All’Atalanta, ma anche al Genoa quando lo allenavo, tagliare un traguardo prestigioso non ti fa acquisire nessun diritto perché il sistema del calcio italiano è poco meritocratico e la distribuzione delle risorse non è equa. Sarri ha ragione quando parla di fatturato diverso tra il Napoli e la Juve, ma lui è già in una posizione privilegiata. Io cosa dovrei dire?. Andare ancora una volta in Europa League aumenterebbe ancora di più l’entusiasmo di una tifoseria fantastica che ci ha seguito con un calore pazzesco da per tutto: in Inghilterra, in Francia, a Cipro e in tutte le gare a Reggio Emilia. Siamo in corsa ancora su tre fronti e sarà dura ovunque, ma ho fiducia nella mia squadra".

COPPA ITALIA - "Eliminando il Napoli abbiamo fatto un’impresa, ma contro la Juventus sarà ancora più dura perché la qualificazione alla finale ce la giocheremo nell’arco di 180’: in una partita secca sarebbe stato più facile. Ci aspetta un doppio appuntamento straordinario che all’Atalanta mancava da anni".

GOMEZ - "Rumors sul Liverpool? Sapevo che non era vero. Lui può giocare nei migliori club italiani ed europei, ma è legato all’Atalanta e finora ha fatto grandi cose nonostante un infortunio lo abbia limitato".

CRISTANTE - "Lo paragonerei a Khedira. Se andrà via è perché avrà fatto qualcosa di importante. L’Atalanta mette sempre nel conto di perdere i propri gioielli e anche io ormai mi sono abituato. A Genoa ho lanciato o rilanciato Milito, Motta, Palacio, Criscito... Qui a Bergamo è successo lo stesso con altri. Un po’ dispiace salutarli, ma queste sono medaglie d’oro per me e il club".