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Bayern Monaco, Coman retroscena sulla finale di Champions: “Ho paura dei colpi di testa e il giorno prima in allenamento…”

Coman (Getty Images)

I tedeschi carichi in vista della Supercoppa odierna contro il Siviglia

Redazione ITASportPress

Kingsley Coman è stato il match winner della finale di Champions League disputata il 23 agosto contro il Paris Saint-Germain e anche questa sera, nella sfida contro il Siviglia per la Supercoppa Europea spera di essere protagonista, magari con un colpo di testa, gesto tecnico che ha deciso l'assegnazione della Coppa dalle grandi orecchie. Eppure, intervistato dal sito della Uefa, il calciatore offensivo del Bayern Monaco, ha ammesso di... aver paura di colpire il pallone in quel modo.

Coman: "Ho paura dei colpi di testa"

 Coman (Getty Images)

"Vogliamo sempre vincere e portare a casa più coppe che possiamo: non capita molto spesso di giocare la Supercoppa, perché prima devi vincere la Champions League. Ora ne abbiamo la possibilità e daremo il massimo per vincerla". Esordisce in questo modo l'esterno d'attacco del Bayern Monaco a proposito della finale contro gli spagnoli di questa sera che si terrà a Budapest. E ancora: "Sarà una bella partita. Il Siviglia ama tenere palla ed è molto forte in fase di possesso, come la maggior parte delle squadre spagnole. Non sarà facile, ma possiamo vincere se siamo fisicamente in forma e ci facciamo vedere determinati".

Ma dal presente al bellissimo passato e al ricordo di quel gol che ha deciso la Champions League: "Devo dire che è successo tutto molto in fretta. La palla arrivava da destra e mi sono accentrato un po': in quel momento non hai troppo tempo per pensare e ho deciso di colpire di testa. Non è il mio forte e ho avuto un po' paura, ma la palla è entrata". E ancora precisando: "Sì, paura. Poco prima di colpirla ho chiuso gli occhi. È un riflesso naturale, è istinto. Cerco sempre di tenere gli occhi aperti, ma all'ultimo secondo li ho chiusi. Il giorno prima della partita ci siamo allenati sulle finalizzazioni e sui colpi di testa e non ne ho segnato uno. In generale, quando colpisco di testa mi spavento e gli altri mi prendono in giro. Succede sempre, ma non mi offendo e stavolta è andata bene così e ho anche esultato. In genere non lo faccio dopo un gol perché segnare non mi regala brividi o emozioni particolari: preferisco l'assist. Stavolta, però, mi sono battuto il petto perché è stato magnifico e mi sono emozionato molto".