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Bayern Monaco, Hoeness: “In carcere piangevo come un bambino”

Il presidente uscente dei bavaresi ricorda i 21 mesi trascorsi in prigione per frode fiscale

Redazione ITASportPress

A due settimane dalla scadenza del mandato come presidente del Bayern Monaco, Uli Hoeness si è raccontato al magazine ufficiale della società tedesca.

In seno al club da 49 anni, prima come giocatore, poi come direttore generale e dal 2009 come presidente al posto di Franz Beckenbauer, Hoeness è stato segnato dalla condanna a tre anni e sei mesi di carcere per frode fiscale subita nel 2014.

“E’ stato il mio errore più grande. Sono profondamente dispiaciuto e le critiche che ho ricevuto sono totalmente giustificate" ricorda oggi Hoeness, che ha trascorso in carcere 21 mesi prima di venire rilasciato e venire rieletto presidente nel novembre 2016.

Inevitabile che quell'esperienza abbia lasciato un segno e ricordi indelebili: “Nei momenti difficili, ricordo i destini di alcune delle persone che ho incontrato lì dentro. Ricordo che un giorno una persona, che era libera di lasciare il carcere, si è seduta nella mia cella e mi ha detto che non sapeva cosa fare. Si è ritrovato solo, non aveva un posto dove andare. Sono esperienze che ti segnano”.

I tifosi del Bayern, tuttavia, non l'hanno mai dimenticato: "Alcune delle lettere che ho ricevuto in carcere erano così toccanti che ho pianto come un bambino nella mia cella - ammette oggi Hoeness - Oggi sono contento dei miei 49 anni al Bayern, devo tutto a questo club e provo solo gratitudine”.