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Benitez: “Italia? Nessuna nostalgia. All’Inter non mi ascoltò Moratti. Napoli, se avessi tenuto Reina…”

Il manager spagnolo del Newcastle: "Il nostro obiettivo nell'immediato è la salvezza, poi magari la possibilità di aprire un ciclo: vedo questo, nel mio futuro"

Redazione ITASportPress

Lunga intervista rilasciata da Rafa Benitez ai taccuini de La Repubblica; ecco un estratto delle dichiarazioni del manager spagnolo del Newcastle: "Al Newcastle sto bene, l’ambiente è con noi al 100% e la società mi segue, anche se sul mercato non mi ha potuto accontentare fino in fondo. Ci manca un po’ di qualità, ma siamo una squadra molto equilibrata. Il nostro obiettivo nell'immediato è la salvezza, poi magari la possibilità di aprire un ciclo: vedo questo, nel mio futuro".

ITALIA - "Ho dei meravigliosi ricordi. Ci sono stato molto bene, ma non tanto da sentirne la nostalgia che posso provare al massimo per la mia Spagna. Nessun nervo scoperto: le mie soddisfazioni me le sono tolte anche in Italia. All'Inter ho vinto due titoli in soli sei mesi e poi ne ho conquistati altrettanti con il Napoli. Sono dei periodi di cui ho un ottimo ricordo e che non rinnego".

INTER - "A Milano il feeling non è mai sbocciato.  La ricordo come una città più dispersiva e non ho avuto quasi mai l’opportunità di girarla. Abitavo fuori e la squadra in campionato non stava facendo bene. L’Inter aveva in organico 12 giocatori oltre i trent'anni e c’era bisogno di cambiare, ma le mie richieste rimasero inascoltate da Moratti. Dopo la rivoluzione l’hanno fatta, però: quando io ero già andato via. Adesso, con i cinesi, possono lottare contro Juventus e Napoli".

NAPOLI - "E' rimasto il legame con la città. Napoli è simile alla Spagna, dall'architettura al modo di vivere. Mi sono sentito subito a casa. E anche in campo abbiamo lavorato bene, soprattutto durante la prima stagione. Il risultato della seconda fu compromesso da un rigore sbagliato nell'ultima sfida, che ci fece scivolare dal terzo al quinto posto. Il vero errore era stato già compiuto a monte però, sul mercato. Bastava prendere un giocatore, anzi trattenerlo. Mi riferisco al nostro portiere, che era anche il leader della squadra. Pure in questo caso i fatti mi hanno dato ragione: Reina è ritornato in azzurro e sta facendo di nuovo la differenza. Anche senza la chiamata del Real Madrid sarei andato via da Napoli: per lavorare bene insieme bisogna essere tutti convinti, al 100%. Era il momento giusto per cambiare, per me e anche per la società. Il mio tempo con il Napoli era finito. Sono rimasto un tifoso del Napoli e appena posso lo guardo alla tv. Ho seguito le ultime partite con la Roma, il Manchester City e l’Inter. Mi piace soprattutto vedere i progressi dei tanti giocatori che c’erano già con me e continuano a scendere in campo con la stessa mentalità offensiva. Ora hanno una convinzione nei loro mezzi molto maggiore, visto che ormai vivono in Italia da tanti anni e si sono ambientati meglio. Anche con me la squadra segnava tanti gol, mentre in difesa ci mancava qualcosa e soprattutto nella seconda stagione pagammo a caro prezzo alcuni errori individuali. Sarri ha lavorato parecchio sulla solidità del reparto arretrato e lo ha fatto molto bene, agevolato pure dall'affiatamento di giocatori come Albiol, Koulibaly e Ghoulam, che ormai si conoscono a memoria. L’esperienza è un bel vantaggio. E anche avere Reina alle spalle. Contatti con De Laurentiis? No, non mi è più capitato di sentirlo. Sarri? E' un bravo allenatore e nel Napoli ha trovato la squadra giusta per fare quello che aveva in mente. Sta lavorando molto sulla difesa e sul pressing alto, che nella Serie A si possono fare e in altri campionati no, per esempio in quello inglese: si sono viste le difficoltà della difesa azzurra contro il Manchester City, in una partita giocata su ritmi diversi. Ora il Napoli è pronto per vincere, ma tutto l’ambiente, a cominciare dalla squadra, deve smetterla di dubitare delle sue capacità o di sentirsi diverso, pensando positivo. Può essere l’anno giusto, per lo scudetto. Ma sarà una lunga corsa e vincerà chi avrà più resistenza".

HIGUAIN - "La scelta di Gonzalo di andare alla Juventus mi ha stupito ed effettivamente è stata un po' strana, per la rivalità che c’è tra le due squadre e pure tra le città. Ma è stata una sua decisione e io devo rispettarla: non importa se mi sia piaciuta o no".

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