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Blatter: “Non è finita qui, è stato un complotto. Su Platini e Infantino…”

Blatter (Getty Images)

"La giustizia ordinaria non mi ha mosso accuse, alla fine hanno fatto tutto gli americani. E gli inglesi, soprattutto gli inglesi"

Redazione ITASportPress

Sospeso per i 2 milioni di franchi pagati a Michel Platini nel 2011, Sepp Blatter ha rimediato una squalifica di sei anni per aver violato il codice etico. L’ex presidente della Fifa si è raccontato al Corriere della Sera, lasciando una lunga intervista; ecco i passaggi più significativi: "Per l’esattezza sono sospeso. È stato tutto un grande complotto, gli americani volevano una testa: la mia, alla fine, l’hanno avuta con il concorso della commissione etica. Se sono troppi 40 anni in Fifa? Macché, la mia missione non è finita. Alla fine mi ha sospeso un tribunale sportivo, ma tutta l’attività della commissione etica ha lasciato l’impressione che si sia trattato solo di un gigantesco complotto. La giustizia ordinaria non mi ha mosso accuse, alla fine hanno fatto tutto gli americani. E gli inglesi, soprattutto gli inglesi. Furono loro a soffiare sul fuoco, accendendo gli americani. Mi hanno attaccato i politici, poi hanno messo in campo diversi agenti. Non potevano accettare di non aver avuto il Mondiale. “Abbiamo inventato noi il calcio”, dicevano. Si sono scordati di aver inventato pure il fair play e accettare la sconfitta".

PLATINI - "Intanto io e Platini non siamo stati condannati né per corruzione, né per tangenti, ma sospesi per cattiva condotta gestionale. Ma quei 2 milioni la Fifa glieli doveva. Quando sono andato davanti alla commissione etica era come stare davanti all’inquisizione. Poi, dopo, chi aveva addosso il marchio “B” di Blatter è stato mandato via. Con Platini on ci sentiamo più da tempo. Siamo stati uniti durante il processo, poi ognuno per sé. Potrei nelle prossime settimane chiedere una revisione del processo".

INFANTINO - "Nei due mesi dopo la sua elezione veniva a casa mia. La sera mangiavamo pane e salame e un buon bicchiere di vino. Gli chiesi di poter riprendere i miei effetti dall’ufficio e risolvere i problemi personali amministrativi con la Fifa. Mi disse che non c’era problema, poi non l’ho più sentito. La mia roba è ancora lì".

ITALIA - "I rapporti con la federazione italiana? Non è che voi amavate troppo me. Quando Havelange decise di ritirarsi nel 1998, Matarrese venne da me, che ero segretario della Fifa, e mi disse: “Sepp ti devi fare da parte”. Poiché Havelange era dimissionario, in tre minuti (con una mozione votata all’istante) mi fece fuori dal comitato Fifa. Era metà marzo del 1998, a fine mese mi candidai, sostenuto da Platini. Matarrese tornò: “Eh dai, non facciamo la guerra, accordiamoci”. Troppo tardi, dissi. Vincemmo con i voti delle federazioni americane".