"Bruno Alves si confida ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com; ecco quanto dichiarato dal difensore del Cagliari che la scorsa estate si è laureato campione d'Europa con il Portogallo:
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Cagliari, Bruno Alves: “Ho portato il soccer-volley. Altro che PlayStation, i miei figli fanno Ju Jitsu”
"Dopo il calcio mi vedo in famiglia a lavorare con i miei figli, a insegnargli tutto ciò che ho imparato da questo sport"
"OBIETTIVO - "Per me è stato un periodo molto positivo. L'obiettivo iniziale era quello di salvare la squadra e adesso stiamo lavorando per ottenere il miglior piazzamento in campionato. Non potevo fare scelta migliore. Al mio arrivo a Cagliari sapevo che avrei giocato per un club storico della serie A, ma che veniva dalla serie B e quindi non sarebbe stato facile ottenere i nostri obiettivi. Ma la vita è fatta di sfide e per me accettare Cagliari è stata una sfida: il primo anno è andato molto bene, il secondo sarà anche meglio".
"CITTA' - "Mi piace tutto. Adoro il clima, le spiagge, amo il modo in cui i tifosi del Cagliari mi caricano e mi fanno sentire il loro affetto. Mi hanno fatto sentire uno di loro fin dal primo giorno, quando mi hanno accolto in aeroporto e le cosa si è ripetuta in ogni singola partita. Mi danno una grandissima carica, emozioni speciali. Poi mi piace la città e il modo in cui la mia famiglia si è integrata. I miei figli si trovano benissimo a scuola e in tutte le altre attività. E' un posto perfetto: da una parte qualità della vita, dall'altra la possibilità di giocare un calcio di alto livello. Poetto è la parte di Cagliari che più mi ricorda il mio passato e la mia città, Varzim. Mi piace andare in spiaggia con la mia famiglia, è un posto stupendo per passare il tempo libero".
"SPOGLIATOIO - "Devo dire che ho un buon rapporto con la mia squadra, c'è stata la possibilità di frequentarli tutti a turno. Però, dato che la mia lingua madre è il portoghese, mi viene più semplice comunicare con Rafael, Joao Pedro, Diego Farias: è più semplice. Ho un ottimo rapporto con Borriello e Salamon e spesso ci capita di uscire assieme. Ma devo dire che ho lo stesso tipo di relazioni con tutti".
"RONALDO - "L'amicizia è iniziata quando avevamo 21 anni ed è poi cresciuta con il tempo. Cristiano era già fortissimo e nonostante siano passati tanti anni è ancora il numero uno. Abbiamo giocato insieme moltissime partite nella Nazionale maggiore del Portogallo ed è ovvio che quando passi tanto tempo insieme a una persona nasce un rapporto speciale. Con lui sono stato spesso in vacanza e per diverse festività. E' un grande piacere e un orgoglio aver condiviso questo percorso con Cristiano, il miglior giocatore del mondo".
"PUNIZIONI - "Ho iniziato ad allenarmi nei calci piazzati da ragazzino, nel piccolo club per il quale giocava all'inizio, il Varzim. Ho sempre provato a segnare su calcio di punizione, provando tante volte durante gli allenamenti. E' qualcosa che ti rende differente e devo dire che ho sempre segnato su calcio piazzato in tutte le squadre dove ho giocato. Non ho molte occasioni durante la partita per tirare in porta e questa è un'ottima opportunità. Io sono un difensore e cerco di focalizzare la mia attenzione sulla difesa, sperando di ottenere il meglio. Ma se capita l'occasione di fare goal con qualche punizione non mi tiro indietro...".
"IDOLO - "Da piccolo mio padre, senza dubbio. Anche lui ha giocato a calcio in Brasile in diversi club, tra i quali il Flamengo, e poi in Portogallo. Poi mi piaceva moltissimo Couto, che per tanti anni ha giocato in Nazionale e che ha giocato anche in Italia. Lazio, Parma, Barcellona, Porto. Ovunque era un leader e un idolo: da lui ho imparato lo stile di gioco. L'ho sempre seguito per cercare di rubargli segreti: sono cresciuto osservando da vicino Fernando e mio padre".
"SPALLETTI - "Ho un bellissimo ricordo di Spalletti, è stato molto importante per la mia carriera. Mi ha voluto fortemente allo Zenit e mi ha insegnato a vedere il calcio in modo differente: più basato sulla tattica e sull'aspetto psicologico. Penso che sia uno dei migliori allenatori in circolazione e ha portato lo Zenit ad un altro livello, portando titoli e tanti fuoriclasse in Russia. Era divertente lavorare con lui e gli sono molto grato: è stata una persona importante per la mia vita e per la mia carriera. Mi ha insegnato che il calcio non è solo giocare a pallone, ma tanto altro".
"SOCCER-VOLLEY - "E' un passatempo che ho praticato ovunque sono andato. Il soccer-volley è molto popolare nelle spiagge del Portogallo e del Brasile ed è molto divertente. Ci giocavo con i miei compagni del Porto e della Nazionale e l'ho portato nello Zenit, nel Fenerbahce e adesso nel Cagliari".
"HOBBY - "Ho praticato il Ju Jitsu ed è un arte che ho avuto la possibilità di imparare in Turchia e che ho portato nella mia famiglia. Anche miei figli la praticano da anni e abbiamo trovato un'ottima scuola qui a Cagliari. Preferisco che i miei figli passino il tempo praticando sport piuttosto che con l'I-Pad, la PlayStation o il computer. E sono felice che pratichino Ju Jitsu, è incredibile".
"FUTURO - "Quando sono arrivato qui il mio obiettivo era di imparare e di conoscere il calcio di una grande nazione come l'Italia. La Serie A e il Cagliari mi sono piaciuti tantissimo, mi sono innamorato di questo torneo. Il resto dipende dal presidente. Io ho ancora un anno di contratto e mi impegnerò al massimo, poi vedremo cosa mi riserverà il futuro. Dopo il calcio mi vedo in famiglia a lavorare con i miei figli, a insegnargli tutto ciò che ho imparato da questo sport. E' molto importante seguirli da vicino nella loro crescita e dedicargli tempo. Poi starò vicino ai miei parenti e mi godrò a mia famiglia".
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