Umberto Calcagno, presidente dell'AIC, Associazione Italiana Calciatori, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1, ha parlato analizzando l'attualità calcistica tra calendari, razzismo e il rapporto tra tesserati e tifosi.


ANALISI
Calcagno: “Violenze su giocatori in aumento. Bisogna preservare loro salute”
Il numero uno dell'AIC ha spiegato come i dati raccolti dal report 'Calciatori sotto tiro' abbiano segnalato un aumento delle violenze ai danni del calciatori.
"Purtroppo i dati del nostro report 'Calciatori sotto tiro' sulle violenze che subiscono i calciatori a tutti i livelli sono preoccupanti, sono in aumento. C'è stato il periodo pandemico che ha trasferito tutte queste situazioni sul web e sui social, ora con il ritorno allo stadio sono tornati in primo piano questi episodi che non dovrebbero fare parte del nostro mondo".
Ma non solo: "Il fatto che questi episodi siano in aumento a livello professionistico e soprattutto in Serie A ci deve far riflettere sulla normalizzazione della quale ha bisogno il nostro mondo. Abbiamo bisogno di normalizzare da un lato la figura del calciatore, al quale bisogna concedere di sbagliare e di avere vertenze contrattuali che non dovrebbero sfociare negli episodi che abbiamo visto. Sono particolarmente preoccupato anche dalle modalità che stanno cambiando: anche il tragitto da casa a lavoro, questi inseguimenti presuppongono un nostro intervento".
Si parla anche del calendario troppo intasato: "Con la pandemia veniamo da quattro stagioni giocate tutte d’un fiato. Insieme a Fifpro abbiamo fatto uno studio: i top player arrivano a giocare 70 partite all’anno, di cui 50 back to back, cioè con meno di quattro giorni di recupero. E molti di loro, con le nazionali, fanno più di 90mila km all’anno. Se continueremo così, non preserveremo la loro salute e quindi tutto il sistema".
Spazio anche al razzismo: "Episodi di razzismo? Purtroppo sono in aumento anche questi tipi di violenze. Abbiamo questo malcostume di immaginare che i calciatori e gli sportivi non possano sbagliare o avere una stagione storta".

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