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Cannavaro, l’appello: “Il Coronavirus non è passato. Sulla Serie A…”

Paolo Cannavaro (getty images)

L'ex difensore anche di Napoli e Sassuolo parla dell'esperienza in Cina e dell'emergenza pandemica da Covid-19

Redazione ITASportPress

Emergenza coronavirus, nuova vita in Cina e, ovviamente, tanto calcio con la ripresa del campionato di Serie A e la vita in terra asiatica. Paolo Cannavaro, ex difensore di Napoli e Sassuolo, oggi collaboratore tecnico del Guangzhou, si racconta ai microfoni di TMW.

La pandemia vissuta da Cannavaro

VITA - "Sicuramente è stato un momento difficile. Eravamo in Cina quando ci sono stati i primi casi, poi siamo andati a Dubai con la squadra e al ritorno siamo rimasti bloccati al centro sportivo. Infine, dopo aver fatto tutti i controlli siamo andati in Italia e nuovamente a Dubai ma quando dovevamo rientrare è scoppiato tutto in Italia. Così alla fine ci siamo trasferiti di nuovo in Cina. Insomma non è stato bello. Credo, però, che la cosa più difficile di questo periodo sia stato il distanziamente sociale. Davvero brutto".

L'appello all'Italia e non solo

Avendo vissuto la situazione da vicino e osservando costantemente le misure di sicurezza che stanno venendo applicate in Cina con rigidi controlli in ogni luogo, Paolo Cannavaro ha voluto fare un appello a tutti gli italiani e non solo: "Attenzione: il Coronavirus non è passato e non possiamo fare tutto ciò che ci piace. Nessuno dovrà reagire così. Questi sono i primi step. Dobbiamo abituarci a convivere con la mascherina e i controlli costanti. In questo momento qualche regola deve cadere, anche sulla privacy. Se vado in un bar e mi viene chiesto di fornire il numero di cellulare e qualche dato so che devo darlo per il bene mio e degli altri. Facciamo finta che sia una partita di calcio: in questo momento siamo tornati in vantaggio, cerchiamo di conservarlo per arrivare al periodo estivo e divertirci. Spero che la gente torni ad avere degli introiti per pagare le spese che sono comunque tante. Torniamo alla normalità, ma con il massimo rispetto delle precauzioni".

Calcio e ripresa Serie A

 Paolo Cannavaro (getty images)

Non poteva certamente mancare una parentesi sul calcio giocato. In Germania la Bundesliga è ripartita e in Italia ancora si attende di capire quale sarà il futuro del campionato: "Se fossi ancora un calciatore di Serie A sarei favorevole alla ripresa, consapevole anche che ci possa essere qualche modifica come ad esempio giocare i playoff e i playout", ha detto Cannavaro. "Questo rimarrà per sempre nella storia come un campionato diverso, non si può pensare di finirlo normalmente. Meglio finire in modo diverso e poi riprendere il nuovo. L’azienda calcio funziona alla grande, il mondo del pallone fa star bene tante persone dal punto di vista lavorativo. Bisogna ripartire". "Maxi ritiro? Isolare i calciatori e gli allenatori non basta, dietro il sistema non ci sono soltanto loro. Ci sono la stampa, i tecnici, i commissari federali, gli arbitri, gli autisti. Mandare i calciatori e gli allenatori in ritiro non risolve il problema. L’Italia sta avendo sempre meno casi e sta andando verso la normalità. Andando in ritiro non si risolve il problema, in hotel ci sarebbero i camerieri e altre persone. E poi il giorno della partita si frequenterebbero comunque altre persone".