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Cassano: “Spero che la Roma vinca la Champions League. Posso fare ancora la differenza”

Antonio Cassano (getty images)

L'ex attaccante giallorosso: "Totti mi ha detto che Eusebio Di Francesco è un grande allenatore"

Redazione ITASportPress

E' il giorno di Liverpool-Roma, semifinale d'andata della Champions League. I giallorossi, dopo aver compiuto un'autentica impresa contro il Barcellona, è chiamata ad una grande prestazione nella casa dei Reds, Anfiled. La squadra di Jurgen Klopp ha eliminato ai quarti il Manchester City, laureatosi da poche settimane campione d'Inghilterra. Antonio Cassano, ex attaccante dei capitolini, ha detto la sua ai microfoni di Sky Sport sulla sfida in programma questa sera alle 20:45: "Incrocio le dita e spero che la Roma possa vincere la Champions ma la vedo dura. Sono andato per la partita con il Barcellona ma mi sono stressato, tutti mi cercavano perché mi vogliono bene, non ci torno anche se tutti mi dicono di tornare perché porto bene. Totti mi ha detto che Eusebio Di Francesco è un grande allenatore e cosa gli piacerebbe fare in futuro anche se noi ci sentiamo sempre calciatori. Me l'ha detto che gli sarebbe piaciuto continuare".

RITORNO - Cassano ha anche parlato del proprio futuro e sulla voglia di tornare a giocare: "Non so quando succederà, ma sicuramente voglio continuare. In un mese ho perso 5 chili, sto bene e voglio continuare a giocare, non per i soldi, non l'ho mai fatto in tutta la mia carriera, voglio tornare per orgoglio personale, perché voglio vincere la mia sfida, voglio dimostrare a tutti che posso fare ancora la differenza. Ne sono convinto, perché non ho mai avuto infortuni e sto benissimo. Gioco 3-4 volte a settimana a tennis e mi alleno ogni pomeriggio, mi voglio tenere in forma perché se dovessi iniziare una preparazione pre-campionato voglio partire alla grande e andare a mille".

SQUADRA - "Cerco una squadra che abbia già un'idea gioco, che abbia delle proposte e dei giocatori interessanti, se devo lottare per la retrocessione e poi andare giù preferisco stare a casa con mia moglie e i miei figli. Serve una squadra che deve avere un allenatore che punta su di me e mi fa rendere al massimo, poi sì la "cassanata" si deve sempre mettere in conto, ma molto, molto meno, perché ho due figli che stanno crescendo e devo rendere conto anche a loro. Adesso il più grande mi chiede perché non sono rimasto tanti anni al Real Madrid, gli ho detto che ero un po' pazzerello, poi spiegherò tutto quando saranno più grandi".