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Collina: “Arbitro sarà come tecnico delle luci e aiuterà spettacolo senza tifosi”

Collina (Getty Images)

"Nuove regole? Speriamo che il non protestare più sia un cambiamento positivo che il Covid-19 ci lascerà in eredità"

Redazione ITASportPress

Lunga intervista da parte di Pierluigi Collina al Corriere della Sera. Il presidente della Commissione Arbitri della FIFA e membro dell'IFAB ha trattato diversi argomenti caldi relativi alla ripartenza del calcio in Europa dopo l'emergenza pandemia. Calciatori, stadio e, ovviamente, arbitri tra i temi affrontati dall'ex miglior direttore di gara del mondo.

PANDEMIA - Impossibile non affrontare almeno in parte il tema legato all'emergenza sanitaria: "Se me lo sarei potuto aspettare? Mai. Anche se per fortuna siamo sempre stati bene in famiglia. Questa pandemia ha cambiato tutto. Prendevo 200 voli l’anno, nei mesi del lockdown non ho messo piede fuori di casa. E ho visto mia madre, che ha 94 anni, mia figlia e mia nipote solo in videochiamata", ha detto Collina.

RIPRESA CALCIO E ARBITRI - Ricollegandosi poi ai temi dell'attualità sportiva, e del calcio, l'ex arbitro ha detto: "Nuove regole? Speriamo che il non protestare più sia un cambiamento positivo che il Covid-19 ci lascerà in eredità. Ma come per altre situazioni, ad esempio esultare abbracciandosi dopo un gol, si tratta più di un messaggio da dare all’esterno che evitare un rischio reale. Il calcio è uno sport fatto di contatti e credo che questo sia impossibile da impedire. Tutti i protagonisti della partita saranno soggetti a rigidi controlli e questo speriamo sia sufficiente". E ancora: "Il ruolo dell'arbitro? Lo definirei più un tecnico del suono o delle luci: aiuta a rendere più bello lo spettacolo. I veri direttori d’orchestra sono gli allenatori. Il pubblico non condiziona l’arbitro o non dovrebbe. Comunque non sono gli 80 mila spettatori a influenzarti, per me erano peggio i 200 tifosi nei campi di periferia dove non c’era protezione".