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Coronavirus, Legrottaglie: “Serviva controllare meglio i calciatori. Scudetto? Credo non vada assegnato…”

Legrottaglie (getty images)

"Se prevale l'economia, però, saremmo ricordati solo come il mondo dei soldi"

Redazione ITASportPress

Il tecnico del Pescara Nicola Legrottaglie è intervenuto nel corso di Sportitalia per parlare del momento di difficoltà che vive il Paese sia dal punto di vista umano, sia per i temi legati al mondo del pallone. Il mister ha raccontato in primis la situazione surreale del suo club: "In squadra avevamo 13 persone influenzate, tra dirigenti, staff e giocatori, ed è una cosa che non ho mai visto succedere in una settimana: ecco perché mi sono esposto, c'era un rischio troppo grosso per una partita di calcio, volevo dare priorità alla vita. Forse si sarebbe dovuto controllare maggiormente la situazione, soprattutto perché i calciatori girano molto".

MOTIVAZIONI - Sulla ripresa e sul modo e le tempistiche con la quale essa arriverà: "Mi fiderò di quello che i vertici decideranno, io lo accetterò. Ma se posso dire la mia, penso che occorra stabilire una lista di priorità. Se l'interesse è economico tutti vorranno ripartire entro giugno, e bisognerà stilare un certo piano, se invece il messaggio che si vuol mandare è di speranza, nel senso che si riparte perché si possa essere un modello, si può anche riniziare: la differenza la fa la motivazione. Se prevale l'economia, però, saremmo ricordati solo come il mondo dei soldi: questa è l'opportunità per dimostrare che invece nel calcio ci sono valori", ha detto Legrottaglie. "Non solo, si dovrà tenere poi conto anche dell'aspetto psicologico dei giocatori, che non sono proprio esenti da tutto quello che succede: c'è chi ha perso amici, familiari, conoscenti, non c'è lo spirito giusto. I giocatori non sono macchine.

SCUDETTO - Pensando anche alla Serie A e alla lotta scudetto: "Istintivamente direi che lo scudetto non va assegnato. Facendo analogie con quello che stiamo vivendo, mi sono chiesto se il virus ha fatto distinzioni. La risposta è no. Tutti siamo soggetti a quanto accade, il virus ha colpito tutti e quindi occorre reagire, dando il segnale di accettazione delle decisioni atte a proteggersi. Mi sono anche chiesto se nel regolamento del calcio c'è una regola che preveda una determinata soluzione per una situazione di questo tipo e non credo ci sia. Dispiace per chi voleva vincere, penso a esempio alla Lazio che ancora era in corsa, ma tanto uno scontento ci sarà sempre qualsiasi decisione si prenda".

STIPENDI - Sul taglio agli stipendi e l'ipotesi di un 'sacrificio' da parte dei tesserati: "Io non avrei problemi a sospendermi lo stipendio, è un momento davvero troppo eccezionale, ed è giusto venirsi incontro. Se questo può essere di aiuto, non vedo perché non farlo", ha concluso il mister del Pescara.