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NON SOLO IL FIGLIO DI...

Davide Ancelotti: “Accuse di nepotismo ma ho vinto io. Quell’episodio con Casillas…”

Davide Ancelotti

Gli inizi, la svolta e le accuse: parla il figlio di Carlo Ancelotti, suo vice al Real Madrid.

Redazione ITASportPress

"Non adatto", "raccomandato" e soprattutto "figlio di". Davide Ancelotti ne ha sentite tante nella sua carriera accanto a papà Carlo. Eppure, la storia parla chiaro e tutte queste accuse le ha incassate e rispedite ai mittenti con i fatti. Intervistato da Il Giornale, il figlio del mister del Real Madrid ha parlato a 360° della sua carriera: dagli inizi come preparato fino alla "promozione" sul campo come vice di quello che è diventato a tutti gli effetti l'allenatore più vincente a livello internazionale.

INIZI - "Ho cominciato proprio a Parigi come uno dei preparatori del settore giovanile e anche in quella occasione ho sempre mostrato una certa curiosità: per convincermi ad adottare certi criteri di allenamento, dovevano spiegarmene la ragione. Sono sempre stato molto curioso di capire, di controllare perché il mio settore specifico è la preparazione fisica. E qui imparare il mestiere è fondamentale", ha raccontato Davide Ancelotti sull'esperienza al Psg.

AL REAL - Ma la prima vera esperienza importante che ha segnato la sua carriera è al Real Madrid: "Ho cominciato a salire il primo grande scalino. C'erano da gestire grandi e titolati campioni come Sergio Ramos, Cristiano Ronaldo, avevo soltanto 23 anni e bisognava risultare convincente per ottenere il loro gradimento. Ricordo un episodio che considero l'inizio di tutto. Dopo qualche giorno di lavoro, mi prende da parte Casillas, il portiere, e mi fa: 'Davide a fine allenamento andiamo in palestra a fare un supplemento di lavoro'. Ho capito che mi stava sottoponendo a un test, un vero e proprio esame. All'inizio ero un po' agitato, poi mi sono sciolto. Gli ho spiegato quali esercizi erano utili per la sua struttura fisica e per il suo ruolo di portiere e lui ha eseguito senza battere ciglio. È stata la promozione sul campo!".

LA SVOLTA - Poi il passaggio al Bayern: "La svolta è avvenuta in Germania, al Bayern. Qui, innanzitutto, sono partito col piede giusto. E cioè con la conoscenza della lingua: è stato utilissimo specie nelle prime settimane di lavoro. Durante la stagione, il primo assistente, Clements, che ha lavorato con Carlo al Psg e al Chelsea, è tornato in Inghilterra a gennaio e a quel punto si è liberato il posto. A sorpresa sono diventato io il suo primo assistente e questo attestato di grande fiducia mi ha dato una carica straordinaria".

ACCUSE - Da quell'esperienza al Bayern Monaco iniziano anche le critiche e le accuse: "Ho sentito parlare di nepotismo. All'inizio un po' ho patito poi ho fatto una riflessione. Se così fosse dovrebbero parlarne sempre, sia quando si vince che quando si perde. E invece, soprattutto a Napoli, il primo anno, coinciso con un campionato di ottimo valore, nessuno ha aperto bocca. I primi veleni sono spuntati durante il secondo in coincidenza di risultati deludenti. E qui mi son fatto una ragione: se funziona così, vuol dire che è solo un pretesto".

FUTURO - Su cosa accadrà quando Carlo Ancelotti smetterà, il figlio Davide ha commentato: "Quando accadrà mi lancerò nella mischia. Ho detto a Carlo: questo sarebbe il momento giusto per smettere, hai vinto i 5 campionati, hai collezionato la quarta Champions, non hai altri record da centrare. Ma come glielo dicevo, capivo che era tutto sbagliato. Perché, e questo è forse il suo unico segreto, a lui piace questo mestiere. E allora mi son detto: perché fermarlo?".

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