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IL MISTER

De Zerbi: “Shakhtar Donetsk e non una big? Preferisco libertà alla carriera”

De Zerbi (getty images)

Il tecnico italiano ha scelto la pista estera dopo l'addio al Sassuolo

Redazione ITASportPress

Interessante intervista rilasciata da Roberto De Zerbi, nuovo allenatore dello Shakhtar Donetsk a RMC Sport. Diversi gli argomenti toccato dal tecnico italiano comprese le motivazioni che lo hanno spinto a scegliere l'Ucraina piuttosto che realtà più importanti in Italia o in generale in Europa.

LIBERTA' - Il pensiero di De Zerbi si racchiude in una sola parola: libertà: "Perché lo Shakhtar Donetsk e non squadre più importanti? Prima di tutto per me lo Shakhtar Donetsk è un  top club. Poi, non voglio fare questo lavoro se non mi diverto. Cercavo quella sensazione quando ero un giocatore, ed è lo stesso ora che sono un allenatore. Quando si tratta di calcio, metto sempre al primo posto questa nozione di piacere. Mi piace essere libero. Non bisogna rinunciare alla propria libertà per la carriera. Per questo cerco luoghi in cui posso lavorare liberamente, in cui posso essere me stesso. Non cerco una panchina che mi assicuri trofei, milioni o che abbia un nome prestigioso solo per il piacere di dirlo. Voglio lavorare con le mie idee".

STILE - "Io un giocatore offensivo e quindi influenzato nel mio pensiero di tecnico? Beh, sicuramente ha giocato un ruolo enorme. In campo cercavo il piacere di giocare. Per divertirmi, avevo bisogno di avere la palla tra i piedi. Se la squadra ce l'ha, o me. Questo è quello che sto cercando di replicare sulla mia scala ora, come allenatore. Voglio che la mia squadra abbia la palla, che sia responsabile del gioco, che i giocatori di alta qualità siano nella migliore posizione possibile per giocare a calcio. È chiaro che sto cercando di portare quello che ero da giocatore nel mio lavoro di allenatore.

ALLO SHAKTHAR - "Se oggi sono allo Shakhtar Donetsk, che per me è un top club, è perché qui c'erano tutte queste condizioni. La domanda dunque non è se io un giorno sarò pronto ad andare in un top club, ma se un giorno questi top club saranno pronti a darmi l'autonomia che mi permette di lavorare come voglio. Non vado dietro a ciò che brilla e basta. I dirigenti qui hanno una visione del calcio simile alla mia. Prima di firmare ho capito che mi avrebbero seguito nel reclutamento dei calciatori. Inoltre qui c'erano già giocatori che mi piacevano molto. Non chiedo particolarmente tempo, mi concentro di più sui giocatori e sulle cose di cui ho bisogno per lavorare".

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