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IL CASO

Eriksen, fotografo presente: “Nostro compito scattare ma cancellate foto cruente”

Eriksen (getty images)

Le parole di uno dei fotografi presenti allo stadio durante il malessere accusato da Christian Eriksen in Danimarca-Finlandia

Redazione ITASportPress

A tutto c'è un limite, soprattutto quando nel corso di evento sportivo si arriva ad una possibile tragedia. Parliamo del malore accusato dal calciatore danese Christian Eriksen nelle scorse ore, durante la gara d'esordio della sua Nazionale contro la Finlandia. Il fantasista dell'Inter è crollato a terra perdendo i sensi e per lui si era temuto il peggio. Il terrore allo stadio era palpabile. Lacrime agli occhi dei compagni, dei tifosi e della sua famiglia che stavano assistendo senza comprendere al meglio quanto stesse accadendo. Allo stesso tempo, decine e decine di telecamere documentavano la situazione e, a bordocampo, anche i fotografi stavano facendo il loro lavoro. Ed è proprio uno di loro a raccontare il suo punto di vista via social, anche a seguito delle grandi polemiche che hanno portato grossi media come la BBC a scusarsi per aver mostrato le immagini del numero 10 a terra.

IL RACCONTO - Lui si chiama Lars Ronbog e si trovava a pochi metri da dove è crollato a terra Eriksen. Su Twitter, attraverso una serie di messaggi, ha voluto descrivere come ha vissuto quei momenti in cui, suo malgrado, stava facendo il suo lavoro. "È prioritario per ogni fotografo sportivo e giornalistico essere colui che ha l'immagine. Scatta, scatta, scatta e solo dopo poniti delle domande. Una partita di calcio è un reportage, saresti un cattivo reporter se non scattassi tutte le foto che hai la possibilità di fare. Questa è la prima fase. La seconda fase, invece, è quella più importante ed è assolutamente cruciale: una volta che hai l'immagine, premi il pulsante "Invia" o quello "Elimina"?", le parole del fotografo. "Ho tutte le foto. Eriksen da solo sull'erba prima che Maehle prenda in mano la situazione, i giocatori in ginocchio intorno a lui, il massaggio cardiaco ‘violento' del dottore, gli elettrodi, i compagni che piangono, la faccia inorridita della fidanzata".

ERRORE - Eppure... "Ho scattato panoramiche, primi piani, foto ai giocatori danesi, ai medici, ai tifosi, all'allenatore e alla famiglia reale seduta in tribuna. Dopodiché ho iniziato a riflettere. Io ho la possibilità di scegliere quali immagini inviare di una partita pochi secondi dopo averle scattate. In 9.999 partite su 10.000 questo accade in maniera indolore. Danimarca-Finlandia è stata la partita numero 10.000. Ho inviato una foto di Eriksen sdraiato da solo sul campo. Dopo pochi minuti, mi sono pentito della mia scelta. Se Christian non ce l'avesse fatta, quella sarebbe stata un'immagine cruenta da vedere. Per fortuna, la rete ha segnalato degli errori su quell'immagine: si tratta dell'unica fotografia non arrivata a destinazione in tutta la serata. Nei minuti successivi ero dubbioso riguardo quali immagini inviare. Ho scattato diverse foto e mi sono accontentato di inviarne alcune a distanza. Ho chiesto al collega che avevo al mio fianco, il quale aveva il mio stesso dilemma. Noi fotografi non eravamo a conoscenza di quanto stesse accadendo e, quando Eriksen è stato portato via, non sapevamo se fosse vivo o meno.

LIMITE - "I fotografi hanno tenuto per loro gli scatti più cruenti o li hanno cancellati. Non ho visto immagini in cui penso che si sia andati chiaramente oltre, ma ognuno ha il suo limite. Noi fotografi danesi ci siamo chiesti se avremmo pubblicato scatti più violenti nel momento in cui non fosse stato coinvolto un giocatore della nostra nazionale e non siamo riusciti a darci una risposta. Voglio solo dire che anch'io mi sono seduto con le lacrime agli occhi durante gli interminabili minuti trascorsi al Parken. Sono sollevato che tutto ciò abbia avuto un lieto fine e penso molto a quanto possa essere difficile in questo momento la situazione di Eriksen, della sua famiglia, dei compagni di squadra e dello staff della nazionale".

 (Getty Images)
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