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Evra e l’avversario più ‘fastidioso’: “Messi? No, sicuramente Milner. Era frustrante perché…”

Evra, getty images

"Mi seguiva dappertutto. Mi sfidava in ogni zona del campo"

Redazione ITASportPress

Curiosa intervista rilasciata da Patrice Evra a Sky Sports. L'ex terzino sinistro di Manchester United e Juventus ha parlato anche del rivale più duro affrontato in carriera. Nonostante abbia giocato con e contro i più forti calciatori di sempre, il francese ha eletto un avversario davvero a sorpresa. Ma non solo. Spazio anche al famoso episodio con Suarez e alla sua convinzione, non troppo bella, sull'Arsenal.

FRUSTRANTE - "James Milner senza dubbio. Ho giocato contro Messi molte volte. Ci affrontavamo nella zona di campo esterna, non dirò che è facile marcarlo, ma credo che sì l'ho affrontato e me la sono cavata. È quando si accentra che diventa molto più pericoloso perché può andare a destra o a sinistra", ha spiegato Evra su La Pulce. E poi ancora: "Il giocatore che più mi rendeva frustrato è James Milner. Io sono sempre stato un difensore offensivo e lui mi seguiva dappertutto. Mi sfidava in ogni zona del campo. In area, ovunque. A volte mi sentivo davvero frustrato. 'Vai e attacca e lasciami in pace!'". "Quando stavo giocando il derby contro il Manchester City, l'ho avuto contro. Poi ancora quando è andato al Liverpool e l'ho sfidato di nuovo. Quindi sì, quello che mi ha frustrato di più è stato James Milner".

SUAREZ - Non solo Milner, Evra è tornato anche sull'episodio di razzismo con Suarez quando il francese aveva accusato l'uruguaiano di averlo apostrofato con termini non consoni: "Tutti quanti mi chiedevano la stessa cosa, persino mia madre. E io le ho detto ‘lui ha sbagliato e io sono uno che perdona, non ci andrò in vacanza assieme, ma la mano posso stringergliela’. Ma quando non me l'ha stretta lui, ho pensato 'ma che problemi ha questo, così fa una figura ancora peggiore'. Ero triste per lui".

ARSENAL - Curioso anche quanto rivelato sull'Arsenal, squadra che il francese riteneva sempre poco competitiva: "Li chiamavo ‘i miei ragazzini’ 10 anni fa e la sensazione era la stessa: quando ci giocavo contro sapevo che avremmo vinto. L’ho detto anche a Van Persie quando è arrivato al ManchesterUnited. Gli dissi 'benvenuto in una squadra di uomini'".