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Ferrero: “Io in prigione preso a schiaffi. Serie A spezzatino? Ecco cosa è successo in Lega”

Ferrero (getty images)

Il patron della Sampdoria si racconta: dalla vita privata e l'esperienza in carcere fino all'attualità del calcio italiano

Redazione ITASportPress

Massimo Ferrero si racconta e lo fa in una lunga chiacchierata ospite del programma In barba a tutto, su Rai 3. Il presidente della Sampdoria si è soffermato su diversi temi legati alla sua vita, privata e professionale. Dal periodo vissuto in carcere fino all'attualità del mondo del calcio.

FORTUNA E CARCERE - "La fortuna? Conta. Anzi dico che contano le botte di culo. La fortuna per me è un ingrediente non importante, di più. Anche in una partita: perdi due a zero poi quello si sbaglia, fa autogol, fai il 2-1, poi il 2-2 e va a casa con tre pallini ed è finito. La fortuna è essenziale, io sono nato fortunato. Io mi sono divertito, sono un miracolato. Come dici tu sono un uomo fortunato. Ho 70 anni e mi rode pure il culo. Se devo dire la verità rifarei tutto perché su  certe cose che ho fatto non ci ho capito niente. Penso ai trascorsi e guardo avanti". Trascorsi, appunto, come il periodo in carcere: "Ho fatto sei mesi in carcere la prima volta, poi altri due mesi la seconda volta. Lì son stato sfigato. Io non ho fatto niente, si sono sbagliati. Entro in questo penitenziario dove c’era una rivolta in corso e mi sono buttato in mezzo. Come un cretino, ho preso solo schiaffi. Lì non sono stato fortunato".

CINEMA E POLITICA - Fortuna che Ferrero ammette di aver avuto anche per alcuni particolari incontri avuti nella sua vita come quelli con Fidel Castro e il Papa: "Eravamo a Cuba, nell’Havana. Una roba che non si può raccontare. Abbiamo inaugurato le brigidine e abbiamo organizzato anche il viaggio del Papa. Un’emozione forte incontrarlo. Lì son stato miracolato, non è stata una roba che puoi fare tutti i giorni nella vita. Son stato fortunato, ho conosciuto veramente questi grandi personaggi del mondo che mi hanno voluto bene, anche se per dieci minuti. Io mi porto tutti, organizzo tutto ma lì c’erano questi omoni alti dodici metri e dico a questi che stavo organizzando tutto ma non mi lasciavano passare. Poi alla fine sono entrato,  gli ho dato la mano e gli ho detto piacere Massimo e non capivo un cazzo, chiamavo i fotografi per farmi fotografare ma non c’era più nessuno".

 Ferrero (getty images)

CALCIO - Non poteva mancare un passaggio all'attualità che lo vede presidente della Sampdoria e, come tutti gli altri numeri uno del pallone, impegnato nell'affair calendario spezzatino: "Eravamo in Lega e abbiamo fatto una votazione non giusta secondo me", ha spiegato Ferrero. "Dazn ha proposto lo spezzatino. Loro hanno vinto per sette partite e vogliono fare tutti slot diversi. Facendo così ne fanno dieci. Io allora ho detto se vuole fare dieci orari diversi ci devono dare i soldi. Tutti facevano demagogia. Io ho detto votiamola, se paga bene altrimenti niente. Quando tutti hanno votato a favore dei dieci slot mi sono incavolato, ho gridato e ho fatto ragionare gli altri presidenti. Hanno fatto un errore di sbaglio, che vuol dire che si sono sbagliati due volte. Dunque mi son messo lì e ho detto ora voglio vedere chi vuole regalare i soldi a Dazn. Alla fine ho detto le mani non mi ubbidiscono te ne vai ad un presidente che si è avvicinato".

SUPERLEGA - Un passaggio anche sulla Superlega: "Non sono d’accordo sulla Superlega, è la rovina del calcio italiano. Chi va a vedere Benevento-Crotone. I locali non ci stanno più, son chiusi per Covid. Io ho detto ad Agnelli, con grande serenità, che non c’è Sampdoria senza Juve ma non c’è nemmeno Juve senza Sampdoria. Andando via dal campionato italiano e facendo dieci squadre così noi che giocavamo? A flipper? Biliardino?".

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