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Figc, esplode il caso Cicala: commissario ad acta in Lega Calcio ma con incarico alla Lazio (che lo stesso nega)

sede figc Getty Images

La Figc potrebbe trascinare la questione in Consiglio federale qualora domani la Lega non riuscisse a nominare un nuovo presidente che escluderebbe la necessità del commissario ad acta e quindi sgonfierebbe il caso

Redazione ITASportPress

La Lega Calcio domani si riunirà per cercare di trovare un nuovo presidente che dovrà succedere a Gaetano Miccichè. Tante le partite aperte per domani a cominciare dalle nuove nomine ai diritti tv. Ma è esploso il caso Cicala esperto e qualificato magistrato che ha occupato in passato ruoli di prestigio per poi arricchire il suo curriculum passando al mondo del calcio. Mario Cicala dal 2016 è membro dell’organismo di vigilanza in Lega; il primo ottobre 2019 viene nominato presidente dell’organismo di vigilanza della Figc e  il 2 dicembre è stato nominato commissario ad acta dalla Figc ma pare che il presidente Gravina non sapesse nulla del suo incarico alla Lazio, datato 28 ottobre scorso, con il ruolo di membro supplente del consiglio di sorveglianza per il periodo 2019-2022 . Ed è comprensibile l’imbarazzo della Federcalcio che, nella fretta di trovare un commissario per la Lega, lo aveva scelto. Come riporta oggi la Gazzetta dello Sport, il commissario ad acta Mario Cicala si autosospende dai precedenti incarichi in Figc e Lega, ma non da quello nella Lazio. Nel suo comunicato il magistrato spiega «di aver valutato, prima di accettare il ruolo di Commissario della Lega Calcio di Serie A, di avere i requisiti per garantire la doverosa imparzialità e terzietà, nonché l’assenza di conflitti di interesse e incompatibilità». Sull’ultimo punto e sull’incarico nel club di Lotito aggiunge: «In base al decimo comma dell’art. 24 dello statuto della Lazio, il Consigliere supplente subentra e diviene effettivo, acquisendo poteri e doveri, esclusivamente nel caso in cui un Consigliere effettivo lasci definitivamente la carica. Ipotesi finora non realizzata: conseguentemente non si è mai costituito alcun rapporto fra me e la Lazio». Il problema però non sta solo nella compatibilità dei ruoli, ma anche nell’opportunità e soprattutto nella trasparenza. La Federazione pare non sapesse dell’incarico nella Lazio e ci sarebbero prove scritte in tal senso: il magistrato avrebbe omesso questa comunicazione nel suo curriculum. Fin qui quanto riporta la Rosea. Il pasticcio resta.