“Serve un principio di uniformità a livello internazionale – ha dichiarato Gravina – tutte le federazioni devono essere messe nelle stesse condizioni. C’è il massimo rispetto per la richiesta della FIFA di adeguare il nostro regolamento agenti ai loro principi fondamentali entro il 30 settembre, ma c’è il doveroso rispetto anche per le componenti che hanno chiesto di poter fare le loro osservazioni. Ci sono degli agenti – ha aggiunto - che operano in maniera assolutamente corretta, alcuni di loro partecipano al nostro tavolo tecnico di lavoro e abbiamo avviato un confronto aperto”.
RIFORME. Il presidente federale ha ribadito l’urgenza di affrontare il cambiamento delle regole del sistema senza più vincoli e ostacoli in capo alle singole componenti, in virtù del cosiddetto ‘diritto d’intesa’. L’obiettivo è lavorare in sinergia per raggiungere obiettivi condivisi di solvibilità, stabilità e sostenibilità, nella più ampia concezione possibile, a partire dall’approvazione del nuovo Manuale delle Licenze Nazionali. “Io ho la responsabilità di stimolare il più possibile il confronto tra tutte le componenti e di fare sintesi – ha dichiarato Gravina – ma ho soprattutto la responsabilità di mettere in sicurezza il sistema, creando i presupposti per un calcio solvibile, stabile e sostenibile”. Non spetta però al presidente federale andare contro la volontà delle singole componenti se le stesse vogliono restare con il format attuale dei campionati: “Troppo spesso la responsabilità delle mancate riforme viene attribuita al presidente della Federazione, nulla di più falso perché c’è una libera autonomia e responsabilità in capo alle singole componenti. E’ sufficiente che il 2,6% del peso politico delle componenti non sia d’accordo per non fare la riforma”.
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