Con i documenti segreti messi online, ha messo a ferro e fuoco il mondo del calcio. Montagne di segreti custoditi nelle email sono venuti fuori grazie a Rui Pinto, un hacker portoghese 30enne che ha portato alla luce i peccati capitali del calcio. Il giovane esperto di informatica adesso ha paura e spiega perchè. “Se torno in Portogallo e finisco in galera, non ne esco vivo” riporta Gazzetta.it . Il 16 gennaio 2019 è stato arrestato a Budapest, eseguendo un ordine di cattura internazionale richiesto dal suo paese. Dopo 24 ore, gli sono stati concessi i domiciliari, che sta scontando nella sua casa di Budapest, con il braccialetto elettronico alla caviglia sinistra. Martedì 5 marzo un tribunale di Budapest ha dato parere favorevole alla sua estradizione in Portogallo. Il suo avvocato, il francese William Bourdon, in passato legale di Edward Snowden, il tecnico informatico che ha rivelato i programmi di sorveglianza di massa dei governi statunitense e britannico, è ricorso in appello. Entro una settimana Rui Pinto conoscerà il suo destino.
Colui che messo al bando documenti importanti di Cristiano Ronaldo e Messi, è figlio di un padre ex designer di scarpe e di una mamma scomparsa quando aveva 11 anni. Ha raccontato di aver imparato a leggere e scrivere grazie al calcio all’età di 4 anni e di essere stato un discreto giocatore di “futsal”. La sua materia preferita a scuola era la storia, mentre zoppicava in matematica, chimica e fisica.
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