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RINGHIO

Gattuso: “Né razzista né omofobo. Guardiola mi ha svoltato la carriera”

Gattuso, getty images

Parla l'ex mister di Napoli e Fiorentina

Redazione ITASportPress

Lunga ed interessante intervista rilasciata da Gennaro Gattuso a Repubblica. L'ormai ex mister della Fiorentina, reduce da tanti rumors per via del suo inatteso addio ancora prima di iniziare la stagione, ha voluto parlare a 360° dei tanti temi a lui legati a partire proprio dalle vicende in quel di Firenze.

CON MENDES - Accusato di voler portare alla Fiorentina giocatori seguiti dal suo procuratore, Gattuso ha risposto: "Sul tema non posso parlare, ma posso ricordare la mia storia: alleno da 8 anni e non ho mai fatto acquistare un assistito di Mendes, né lui me lo ha mai imposto. Neanche una volta. André Silva al Milan e Ghoulam al Napoli c’erano già".

RUMORS - Sul Napoli e l'addio e sulle voci che lo volevano al Tottenham salvo poi essere criticato dalla piazza perché ritenuto omofobo e razzista: "Io sono orgoglioso di avere allenato una grande squadra in una grande città", ha detto Gattuso sul Napoli. In una stagione con problemi e infortuni mai visti, abbiamo perso la qualificazione Champions per un solo punto, con partite spesso spettacolari". E sulle critiche: "Di sicuro io non sono né razzista, né sessista, né omofobo: sono state travisate vecchie dichiarazioni mie. Perché non chiedete ai miei ex compagni e ai giocatori che ho allenato del mio rapporto con loro? Io mi sono preso del terrone in tutti gli stadi: come razzista non sarei molto credibile. Quanto al resto, non perdo tempo con le sciocchezze". E ancora: "Cosa insegna la mia vicenda? Che l’odio da tastiera è pericolosissimo e molto sottovalutato. Io sono un personaggio pubblico e ho la forza per reagire alle calunnie, ma non tutti riescono a sopportarle. C’è chi per debolezza magari si butta dalla finestra. È un problema serissimo: che cosa si aspetta a intervenire?".

SVOLTA - Un pensiero anche sul suo modo di allenare e su una figura che è stato importantissima per lui: "La visita a Guardiola nel 2013, dopo i mesi al Palermo. Prima la mia idea di calcio era di dare un’organizzazione alla squadra. Poi con gli allenamenti del Bayern mi si è aperto un mondo: rotazioni folli, terzini che avanzavano a fare le mezze ali, mezze ali che finivano sottopunta, Ribéry e Robben che imballavano gli esterni. Gli avversari non ci capivano niente. Così ho chiesto a Pep".

 Gattuso, getty images
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