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Gentile attacca la FIGC: “Incomprensibile Di Biagio c.t. Fossi stato figlio di p***…”

(Insidefoto)

"Non ho avuto opportunità nei club italiani per il mio di essere e le mie convinzioni, non sono uno 'yes man'"

Redazione ITASportPress

Ben 71 presenze in Nazionale condite dal glorioso Mondiale vinto nel 1982 in Spagna, più il titolo di campione d'Europa ottenuto da commissario tecnico della selezione Under 21, con la quale ha conquistato anche la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004.

Un curriculum di tutto rispetto in chiave Italia per Claudio Gentile, che ha parlato proprio di alcuni temi riguardanti gli azzurri ai microfoni di RMC Sport; ecco quanto dichiarato dall'ex difensore che in carriera per undici stagioni ha vestito la maglia della Juventus:

DI BIAGIO - "Non ho niente contro Di Biagio, parlo della politica della Federazione, che ha sempre mandato via gli allenatore dell'Under 21 che non hanno portato risultati. Non capisco perché lui invece sia diventato commissario tecnico della Nazionale. Nelle convocazioni mi sembra ci sia molto del vecchio ciclo di Ventura. Se dobbiamo rifondare la squadra per i prossimi Europei, non si può ripartire da Buffon, a cui comunque va riconosciuto tutto il merito per quello che ha fatto".

CUTRONE - "Potrebbe essere la rivelazione, ha il fiuto del gol. Su di lui bisognerà costruire qualcosa di importante, dobbiamo dargli fiducia".

BALOTELLI - "Una chance gli va data, potrebbe essere un giocatore determinante. Non possiamo escluderlo a prescindere, tutti sbagliano. Ha delle qualità incredibili. Non penso che i senatori non lo vogliano, è stata una scelta autonoma".

ADDIO FIGC - "Non accettavo certe imposizioni dall'alto. Io sono sempre andato per la mia strada, così delle persone, quando il commissario era Rossi, sono riuscite ad allontanarmi. Ero un ostacolo. Avevo ricevuto un'offerta importante dalla Juventus e per rispetto ho avvisato gli uomini della Federazione, che mi hanno rassicurato circa la mia conferma sulla panchina dell'Under 21. Poi mi hanno mandato via e ormai non potevo più andare a Torino. Se fossi stato un figlio di p***, come bisogna essere oggi nel mondo del calcio, avrei firmato con la Juventus".

ALTRO CHE "YES MAN" - "Non ho avuto opportunità nei club italiani per il mio di essere e le mie convinzioni, non sono uno 'yes man'. Io non ho un procuratore perché penso di potermi gestire da solo".

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