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Sono curiosi i retroscena svelati da Emanuele Giaccherini durante un'intervista rilasciata ai taccuini de La Gazzetta dello Sport; ecco quanto dichiarato dal centrocampista che nel mercato invernale da poco concluso ha lasciato il Napoli per andare al Chievo:
SARRI - "Poco spazio al Napoli? Me lo sono chiesto anche io. L’unica spiegazione è l’infortunio iniziale che mi impedì di far vedere a Sarri che sono una mezzala: restai fuori due mesi per uno strappo e nel frattempo arrivarono Zielinski e Rog. Così Sarri mi mise esterno, un ruolo che non faccio bene: per lui ero il vice Callejon. È stato un disguido tattico. Ho provato a dimostrare di poter comunque essere utile al Napoli, ma lui ormai aveva questa visione di me. In campionato ho fatto una sola gara da titolare e ho anche segnato. Ma non mi sono mai permesso di chiedergli perché non giocassi mai. Sarri in campo è bravissimo, ma ha questo problema di rapporto con le riserve. Quando alleni una grande squadra devi saper gestire bene il gruppo e sotto questo punto di vista Sarri difetta. Per lui esistono 14 o 15 giocatori, ma se hai le coppe e vuoi vincere il campionato hai bisogno della rosa intera. Ed è giusto far sentire tutti importanti. Io a Napoli non mi sono mai sentito importante. Sia Sarri che Conte predicano il recupero immediato della palla, il pressing alto, il gioco propositivo. La differenza principale riguarda la gestione: per Conte sono tutti importanti e nessuno indispensabile, per Sarri ci sono undici indispensabili e gli altri vengono dopo".
EURO 2016 - "I rigori contro la Germania? Io c'ero io nella lista. Che rimpianto. A centrocampo Conte detta l'elenco: primo Insigne, secondo Zaza, terzo Barzagli, quarto Giaccherini, quinto Bonucci. Interviene Pellè: 'Il quarto è mio'. Io insisto: 'Tranquillo'. Ma lui non molla: 'Calcio io, calcio io'. Conte mi guarda e allora dico: 'Ok, sei carico, va bene'. E scalo al sesto posto. Ci penso spesso".
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