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Gundogan, tra coronavirus e il ‘vicino’ Guardiola: “Covid spaventoso. Il mister? Mi lascia i miei spazi…”

Gundogan (getty images)

Parla il centrocampista tedesco

Redazione ITASportPress

Lunga ed interessante intervista rilasciata da Ilkay Gundogan, centrocampista del Manchester City e della Nazionale tedesc ai microfoni di MR PORTER. In gol anche nell'ultima uscita della Germania contro l'Islanda, il classe 1990 ha parlato di diverse tematiche soffermandosi sulla sua esperienza col Covid ma anche tra i due manager che ne hanno maggiormente caratterizzato la carriera: Jurgen Klopp e Pep Guardiola.

Gundogan: Covid e allenatori

 Gundogan (getty images)

"Pep e Jürgen sono tipi di manager molto diversi", ha sottolineato Gundogan a proposito di Klopp e Guardiola. "Entrambi sono fantastici e hanno tipi di personalità con cui vado d'accordo, ma Jürgen è il motivatore che ti prepara ad andare in battaglia mentre Pep è qualcuno che presta un'incredibile attenzione ai dettagli tattici del gioco, vuole sempre un piano poter utilizzare vari modelli di gioco. Ecco perché gli piacciono i giocatori intelligenti, flessibili e versatili".

E a proposito di Guardiola, Gundogan parla anche della curiosità di averlo come vicino di casa: "Gli ho dato forse un passaggio a casa dal campo di allenamento in cinque anni", ha raccontato il centrocampista. "Sinceramente lo vedo a malapena quando siamo a casa. Ogni tanto in ascensore o nella zona comune. In ogni casa è un vicino normale. Lui mi lascia i miei spazi e viceversa".

"Un pensiero, poi, anche sull'inizio di questa stagione dove ad influire sulla sua forma era stato il Covid-19 che lo aveva decisamente debilitato: "Alle persone che dicono che è come l'influenza, lasciatemi dire che non ho mai avuto una tale influenza. È stato spaventoso, non solo l'aspetto fisiologico ma anche il lato psicologico. Sapere di avere il coronavirus in piena pandemia con tante persone che morivano. Beh, avevo paura nonostante sia ancora giovane e uno sportivo professionista. Era brutto per me soprattutto se pensavo a quello che sarebbe potuto accadere ai miei nonni o ai miei genitori. Cosa succede se quelli che amo di più nella mia vita lo prendono davvero? Inoltre, ci sono le preoccupazioni per gli effetti a lungo termine ma fino ad ora per fortuna non mi sento come se ci fosse qualcosa di diverso nella mia vita rispetto a prima di averlo contratto. Ma non lo sappiamo al 100%".

 Torres Gundogan, getty
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