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IL PIPITA

Higuain: “In MLS perché in Europa non ero sereno. Buffon mi ha detto di andare…”

Higuain (getty images)

Parla l'attaccante ex Napoli e Juventus ora all'Inter Miami

Redazione ITASportPress

Ospite della BoboTv nel consueto appuntamento streaming su Twitch con Vieri, Cassano, Adani e Ventola, è intervenuto Gonzalo Higuain, ex attaccante della Juventus e del Napoli, per raccontare i motivi che lo hanno spinto a lasciare l'Europa per partire in MLS dove ora veste la maglia dell'Inter Miami.

STIMOLI - "A Miami mi sento a meraviglia, qui ho trovato la serenità fuori dal calcio. Sto benissimo. Sono felice", ha esordito Higuain. "Perché sono andato via? In Europa non trovavo la serenità fuori dal calcio. Non riuscivo a dare niente di più. Buffon mi ha detto che quando non avrei più sentito il fuoco dentro sarebbe stato il momento di cambiare. Così ho cambiato e sono venuto a cercare la gioia, il divertimento in una città che ho scoperto essere meravigliosa".

MLS E BECKHAM - "Come è la MLS? Pensavo di giocarci con la sigaretta e invece si fa fatica perché è un campionato duro. Ho imparato che è simile al calcio italiano. In Spagna e Inghilterra è più facile fare bene, mentre in Italia se non conosci il campionato soffri. Qui è la stessa cosa". Su Beckham: "Adesso è a Londra ma spesso viene da noi. E’ una persona fantastica. E posso dire di aver avuto la fortuna di averci giocato insieme".

ANEDDOTI -Higuain si concentra anche sul rapporto con Cassano con il quale ha giocato ai tempi del Real Madrid: "Gli voglio bene perché mi ha fatto fare il primo gol in Europa. Contro l’Atletico Madrid. Per me Antonio è uno dei giocatori più forti con cui ho mai giocato. Se avesse voluto avrebbe fatto molto di più. Il ricordo più bello? Quando fermò l’allenamento del Real con Capello allenatore perché aveva perso un orecchino e tutti erano a cercarlo. Compreso quelli dello staff. Da quel giorno l’ho amato".

SERIE A - "Il primo anno ho sofferto, poi quando è arrivato Sarri sono andato meglio. Prima dell’arrivo di Maurizio ero indeciso se continuare, poi ci ho parlato e in cinque minuti mi ha convinto a restare. Con lui poi ho fatto 36 gol. E’ stato un grande maestro, è stato uno dei migliori allenatori che ho avuto. In Serie A ci sono meno spazi, ma se vuoi lo trovi. Devi avere la qualità per farlo e per segnare. A Napoli con Sarri ci siamo divertiti e abbiamo mancato lo scudetto solo perché la Juve ha vinto sempre. Non vincere facendo 91 punti è qualcosa di incredibile".

RIMPIANTI - "Nessuno. Quando ero bambini sognavo di fare carriera, giocare in Nazionale. Ho fatto tutto quello che ho fatto e di più. Si può vincere o meno ma ho giocato la finale del Mondiale, della Champions. Ho segnato in ogni campionato. Tutti gli obiettivi che mi ero posto li ho raggiunti. Io non penso solo al risultato ma come ci arrivo. Con la Nazionale ho vissuto una generazione magnifica. Per questo ho lasciato l’Europa: non avevo più il fuoco dentro. Non ho vinto tutto ma non potevo forzarmi per cercare di vincere. Non riuscivo a dare di più".

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