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Il governo approva decreto Alfano contro violenza stadi. I dettagli

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente, Matteo Renzi e del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano e della Giustizia, Andrea Orlando, ha approvato un decreto legge contenente disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni...

Redazione ITASportPress

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente, Matteo Renzi e del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano e della Giustizia, Andrea Orlando, ha approvato un decreto legge contenente disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale e di rilascio del permesso di soggiorno, nonché per assicurare la funzionalità del ministero dell’Interno.

L'obiettivo del decreto contro la violenza negli stadi "è quello di restituire il pallone agli italiani" perche' "lo Stato ha perso definitivamente la pazienza con chi vuole rovinare il calcio", ha detto il ministro degli Interni, Angelino Alfano, durante la conferenza stampa di presentazione delle misure.

Il testo è composto da un pacchetto di misure per rafforzare gli strumenti di contrasto dei fenomeni di illegalità e di violenza connessi allo svolgimento di competizioni sportive al fine di garantirne la regolarità. Queste misure si collocano nell’alveo di una organica strategia elaborata da un’apposita task force, attivata presso il Ministero dell’Interno, con la partecipazione delle altre  rappresentanze istituzionali e associative del mondo sportivo, che si pone come obiettivo, tra le altre cose, di favorire l’accesso del pubblico alle manifestazioni sportive anche semplificando le procedure di acquisto dei titoli di ingresso e di perfezionare le misure di contrasto degli episodi di violenza e delle frodi in competizioni sportive.  Il decreto legge interviene quindi relativamente a quest’ultima direttrice di azione, potenziando gli strumenti di prevenzione e di contrasto dei fenomeni di illegalità connessi agli eventi sportivi tenuto anche conto delle criticità emerse nella  stagione calcistica, originate da nuove azioni di turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Ecco le principali novità:

 In materia di DASPO (il Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) si prevede che possa essere applicato anche nei confronti dei soggetti che risultano condannati o denunciati non solo per i reati da stadio, ma anche per tutti i delitti contro l’ordine pubblico, nonché per i delitti di comune pericolo mediante violenza. Infine, vengono rivisti i termini di durata del DASPO, stabilendo che la durata minima di tale divieto è di tre anni, mentre il provvedimento inibitorio ha una durata da un minimo di cinque ad un massimo di otto anni per quei soggetti che sono già stati destinatari di una analoga misura;

In tema di striscioni negli stadi potranno essere puniti con DASPO anche coloro che introducano negli impianti sportivi, non solo cartelli e striscioni, ma anche altre scritte o immagini che incitino alla violenza.

Il divieto di trasferta può essere disposto, in caso di gravi episodi di violenza, dal Ministro dell’Interno, attraverso la chiusura del settore ospiti degli impianti sportivi in cui si svolgono gli incontri di calcio individuati in relazione al pericolo di turbativa dell’ordine pubblico. 

L’arresto in flagranza differita può essere applicato anche nei confronti del reato di istigazione alla discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Vengono semplificate le procedure amministrative di rilascio dei titoli abilitativi necessari per l’esecuzione di interventi che sono finalizzati ad implementare negli impianti sportivi standard di sicurezza più elevati, in attuazione anche delle indicazioni emanate dagli organismi sportivi, pure di livello internazionale.

In tema di frodi nelle competizioni sportive viene aumentata la reclusione fino a sei anni (era al massimo un anno) e la multa fino a 4.000 euro (erano, al massimo, 1.032 euro) per chiunque offra o prometta denaro o altra utilità o vantaggio a taluno dei partecipanti  ad  una  competizione  sportiva  organizzate da enti sportivi riconosciuti  dallo  Stato  e dalle associazioni ad  essi  aderenti,  al  fine  di  raggiungere  un risultato  diverso  da  quello  conseguente  al  corretto  e  leale svolgimento della competizione. Se il risultato della competizione è influente  ai  fini  dello svolgimento  di  concorsi,   pronostici   e   scommesse   regolarmente esercitati, la pena della reclusione è aumentata fino a tre anni e una multa che sale fino a 100.000 mila euro (prima, al massimo, erano 25.822 euro).