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Inter, senti Eriksen: “Scudetto? La prima parola che ho imparato in Italia. Con Conte…”

Eriksen (getty images)

Parla in danese dei nerazzurri

Redazione ITASportPress

Intervistato da DAZN in vista della sfida che poi è stata rinviata contro il Sassuolo, il centrocampista dell'Inter Christian Eriksen ha parlato della sua avventura in nerazzurro che ha visto un serio cambiamento negli ultimi mesi nei quali è passato da essere costantemente escluso alla quasi titolarità sempre.

Inter: parla Eriksen

 Eriksen (getty images)

Sull'approccio all'Italia e alla lingua: "Con l'italiano va bene. Non troppo, ma bene. Scudetto? Penso sia stata una delle prime parole che ho imparato, ma possiamo solo sognarlo finché non lo avremo vinto", ha detto Eriksen che ha parlato poi delle sue caratteristiche e di alcuni momenti importanti: "Spazzare la palla come contro l'Atalanta? Questa cosa ce l'avevo in testa, sei negli ultimi minuti di partita, stai vincendo e devi lottare. Al Tottenham, nei quarti di Champions contro il Manchester City, non ho rinviato e loro hanno segnato. Il Var ha rimesso le cose a posto ma da allora ho gli incubi per questo e quindi ci ho pensato. Me lo ricordo bene. Spazzare? Io non imparo quelle parole, non è il mio stile (ride, ndr). Non ho bisogno di impararle. Che parole imparerò? Gioca". "Il gol nel derby? La percezione è che lì le cose fossero cambiate tante cose. Dall'esterno sembrava una specie di risveglio, ma non per me. Sembrava quasi: 'Guardate, sa ancora tirare le punizioni, non è sparito'. Ho capito subito che la palla stava andando nella direzione giusta".

Sul suo rapporto con Conte: "Sono qui da un anno ormai e ogni giorno facciamo quel che ci chiede l'allenatore. Io e Conte dovevamo conoscerci di più, ora lui mi conosce e io conosco meglio lui. Questo rende più facile capire come interpretare certe partite. Il doppio play? Potete vedere anche voi che è diverso rispetto a prima quando Brozovic era un po' solo. Sta al mister decidere le nostre posizioni. Se vedete, non in tutte le partite giochiamo così. Dipende anche dall'avversario".

"Le mie sensazioni adesso e il sorriso uscendo dal campo nel derby? Certamente è un sorriso diverso rispetto a qualche tempo fa. Più giochi più sei felice. Vedendola dall'esterno magari qualcuno pensa che io non rida mai ma non è assolutamente così".

 (Getty Images)
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