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Juventus, Allegri: “Cardiff? Ho pensato alle dimissioni. Sull’esonero al Milan…”

Allegri (getty images)

L'allenatore bianconero si confida al The Players Tribune

Redazione ITASportPress

Massimiliano Allegri si confida al The Players Tribune; ecco quanto dichiarato dall'allenatore della Juventus: "Quando ho visto quella volée di Mandzukic superare il portiere ho pensato: 'Wow, forse è la nostra occasione'. Era una magnifica sequenza tecnica, un goal irripetibile. Mostra quello che serve per essere in finale di Champions League: non devi solo essere grande, ma speciale. Noi avevamo giocatori speciali, purtroppo il Real Madrid ne aveva tanti. Nel secondo tempo sapevo che non avevamo i mezzi, i pezzi giusti di cui avevamo bisogno. C'erano due giocatori che a stento potevano stare in piedi per gli infortuni e il Real Madrid giocava una gara intelligente e rilassata. Può sembrare strano, ma sono uscito dal campo in pace con me stesso: non eravamo la squadra migliore. La sera successiva, a casa, mi sono dovuto fare la domanda più dura: era la fine della strada, era il massimo a cui potevo portare questa squadra? Una parte di me voleva andare in sede lunedì e dare le dimissioni. Poi, però, ho pensato che avevo ancora molto da dimostrare. E sapevo di avere ancora molto da insegnare. Così quella sera andando a dormire ho pensato che se il club era con me potevamo procedere insieme, avrei continuato. Era una nuova stagione, con nuove opportunità. Guardo a Dybala e Buffon come ai simboli della Juventus: uno è un ragazzo che inizia il suo primo anno a scuola, l'altro sta prendendo un Master. Uno con una carriera davanti, l'altro verso la fine. Uno che vuole dimostrare di poter essere fra i grandi d'Europa, l'altro che lo è già, ma vuole lasciare al top. So che possiamo cancellare le ferite di Cardiff e avere una grande stagione. E cercheremo di tornare in finale. Forse sono un po' 'testa dura', ma credo che sia quello che serve. E la cosa più importante sono gli istinti. Quando non seguo il mio istinto, e dubito, faccio errori. Da allenatore impari sopratutto dai fallimenti: il momento più importante della mia carriera non è una vittoria, ma l'esonero al Milan. Me lo aspettavo, lo hanno fatto con rispetto, ma io ho sentito il fallimento".