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La nuova vita di Vieri: “Ora sono dj e papà. Se non avessi fatto il calciatore, sarei diventato un campione di tennis o cricket…”

Vieri (Getty Images)

"Sarei stato il miglior battitore del mondo. O il miglior tennista del mondo"

Redazione ITASportPress

A San Siro ancora lo ricordano per i suoi fantastici gol, Christian Vieri, per tutti solo Bobo, ex grande bomber tra le altre di Inter, Juventus e Milan, ha ormai dimenticato la vita da calciatore ed è decisamente lanciato in nuovo doppio ruolo, quello di dj che ha iniziato di recente e quello di papà che sta per iniziare. In un'intervista rilasciata al Sun, l'ex attaccante si è raccontato a tuttotondo: dal suo passato da calciatore, fino alla nuova vita tra musica e famiglia.

DJ E FUTURO PAPA' - "Tra una settimana nasce mia figlia, mi diverto con gli amici, con la mia ragazza, lavoro e mi prendo il mio tempo, giorno per giorno". Dopo aver lavorato con BeIN sports, e aver lanciato il suo torneo di beach soccer benefico Bobo Summer Cup e due etichette di moda, è proprio la musica la sua nuova strada: "E' il BOBO DJ show: c'è un music producer, una cantante e una tromba che live nei club ci sta alla grande. E' musica che ci piace, house music, e stiamo girando l'Italia e iniziando ad avere offerte da tutta Europa. Ho iniziato ad agosto e da allora mi alleno e studio ogni giorno, ci dedico un sacco di ore. E' dura, ma quando inizi qualcosa dal niente non è mai semplice. Mi piace remixare Barry White, ABBA e altre hit dei '70, con un tocco di quello che va ora. Un'ora e mezza di spettacolo, non ci si annoia".

CALCIO E NON SOLO - "Quando ero bimbo in Australia sognavo di giocare in Serie A e di arrivare in Nazionale. Giocare per la tua nazione credo sia il livello più alto a cui un atleta può ambire, in ogni tipo di sport. E quando indossavo la maglia dell'Italia il cuore mi batteva sempre un po' di più, non riuscivo quasi a respirare per l'emozione". Poi, sul mercato e i costi e guadagni attuali dei calciatori moderni, Bobo aggiunge: "Nessuno punta una pistola alla testa dei club. Hanno i soldi, si fanno i conti e comprano quello che vogliono. E' solo il mercato, ed è un mercato molto grande, non solo per i tornei e per i titoli ma anche per le magliette da vendere, i biglietti per le partite, i diritti televisivi: i grandi club devono comprare grandi giocatori, è così che è sempre andato ed è cosi che va. Non si può avere un tetto ai salari". C'è tempo anche per un retroscena che lo riguarda da vicino, a proposito del suo passato da calciatore: "Parlammo con il Chelsea, avevano preso Sven-Göran Eriksson con cui avevo lavorato bene alla Lazio. Ma alla fine restai al Milan, ero felice lì. La Premier è molto fisica, in Italia è più facile perché non prendi così tante botte!". In chiusura una battuta: "Cosa avrei fatto senza il calcio? In Australia cresci giocando a cricket, se non avessi giocato a calcio sarei stato il miglior battitore del mondo. O il miglior tennista del mondo".