gazzanet

Lazio, Tare: “Ecco il mio metodo. de Vrij, niente Juventus. Sogno? Il c.t. dell’Albania”

"Il mio legame con questa società è nato e maturato fra le difficoltà e dopo 13 anni ce l’ho proprio dentro il cuore"

Redazione ITASportPress

Lunga intervista rilasciata da Igli Tare ai taccuini de La Gazzetta dello Sport; ecco quanto dichiarato dal direttore sportivo albanese della Lazio:

METODO - "Non amo lavorare in tanti, per questo motivo non ho osservatori. Ho un collaboratore per i dati, uno che mi prepara clip dei giocatori, uno per l'analisi degli avversari. E poi i report di tanti amici in giro per il mondo. Ma la cosa che fa davvero bravo un direttore sportivo è capire prima se uno sconosciuto può diventare un giocatore importante. E vederlo non basta: ci devi parlare".

MILINKOVIC-SAVIC - "Era al Vojvodina, lo seguii grazie ad un amico. Alto come me e con quelle doti tecniche: un crack, ma non potevo garantirgli di giocare quanto gli serviva. Lo monitorai al Genk per mesi, poi andai a prenderlo. La Fiorentina aveva contattato suo padre e fu per rispetto a lui che Sergej andò a Firenze quel giorno, poi rispettò me e il rapporto creato con i suoi agenti. Funziona così".

DE VRIJ - "Rinnovo mancato?La percentuale della sua agenzia non c'entra nulla. Futuro alla Juventus? Il contrasto politico Lotito-Agnelli è lampante, ma con Paratici zero problemi: neanche per Keita, Milinkovic-Savic o de Vrji, che non andrà alla Juventus anche se il suo nome è passato sul loro tavolo. Li considero un esempio per mentalità, metodi di lavoro: il meglio del calcio italiano, sì".

PASTORE - "Il primo anno di lavoro feci poco per scelta: volevo capire come funzionava e il mancato acquisto di Pastore è il mio più classico passo falso da gavetta. Ero direttore sportivo da due settimane e Simonian mi manda un suo dvd. 'Top', mi dissi: feci, però, l’errore di parlarne con due agenti, mi fecero credere che Simonian non c’entrasse nulla col ragazzo. C'entrava eccome: convinsi Lotito a proporre 2,8 milioni di euro per metà cartellino, ma se l’era già preso lui, visto che non gli avevo fatto sapere più nulla. E da allora diffido da certi agenti".

INZAGHI - "Futuro alla Juventus? Non mi dà fastidio sentirlo: si cresce, ma devono ancora succedere cose e passare un paio di anni. Simone doveva andare a Salerno. Noi vedemmo Mazzarri, Sampaoli, Prandelli e Ventura: più parlavamo con gli altri, più capivamo che nessuno come lui poteva incarnare e trasmettere lazialità. Nei giorni della decisione a Simone ho visto in faccia una lacrima da tensione: ci teneva da morire".

FUTURO - "Già da giocatore vedevo un bivio: dirigente o allenatore. La strada fu subito chiara, ma un uomo senza sogni è morto e il mio non l’ho nascosto: allenare, un giorno. Se mai sarà, però, solo l’Albania: non un club. Non mi viene facile non pensarmi più direttore sportivo e neppure direttore sportivo della Lazio: mi hanno avvicinato diversi club, ma il mio legame con questa società è nato e maturato fra le difficoltà e dopo 13 anni ce l’ho proprio dentro il cuore".

Milinkovic-Savic, che giocata contro la Lazio