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Cassano, le 5 frasi celebri

Dopo un periodo di inattività, l'attaccante classe '82 ieri ha firmato con l'Hellas Verona tornando ad essere calciatore a tutti gli effetti

Redazione ITASportPress

Genio e sregolatezza. Si può definire così la carriera di Antonio Cassano, che domani spegnerà 35 candeline. Nasce poche ore dopo la vittoria del titolo Mondiale conquistato della Nazionale italiana nel 1982, un dato che sottolinea il suo essere predestinato. Un'infanzia difficile: il padre abbandona sia lui che la madre, le diverse amicizie opinabili e l'addio alla scuola. Ma per fortuna si aggrappa al pallone, suo "vero" amico con il quale può esprimere tutto il suo talento. Comincia tutto dal Bari, squadra della sua città natale. Due stagioni in cui si mette in mostra agli occhi di tutti grazie a mister Eugenio Fascetti, con quel primo goal all'Inter da incorniciare: controllo di tacco al volo, dribbling a rientrare su Laurent Blanc e Christian Panucci e destro secco a infilare Fabrizio Ferron. La Roma, fresca vincitrice dello scudetto, lo compra nel 2001 per 60 miliardi di lire. Gli anni nella capitale sono avari di vittorie (conquista solo una Supercoppa italiana), ma molto formativi: arriva la prima rete in Champions League, conosce Fabio Capello e instaura un'intesa praticamente perfetta sul campo con capitan Francesco Totti. Dopo aver rifiutato una proposta di rinnovo contrattuale a poco più di 3 milioni di euro all'anno, Fantantonio accetta la corte del Real Madrid, dove ritrova Fabio Capello: il trasferimento avvenne nel gennaio 2006, si presentò nella conferenza stampa di presentazione vestito in maniera opinabile e venne subito preso di mira per i suoi chili di troppo. Vince la Liga, ma ha bisogno di tornare in Italia dove lo aspetta il suo grande amore calcistico: la Sampdoria. All'ombra della Lanterna incanta i tifosi: la qualificazione ai preliminari della Champions League con Luigi Delneri allenatore, già avuto alla Roma, e Giampaolo Pazzini, suo compagno di reparto in attacco, fu il punto più alto a Genova. Nel gennaio del 2001 firma col Milan, mette la sua firma in uno scudetto, l'unico in carriera, conquistato con una squadra formata da campioni. Durante il suo periodo in rossonero, accusa una sofferenza cerebrale su base ischemica causata dalla presenza di un difetto interatriale: tanta paura, l'operazione e, fortunatamente, l'idoneità a tornare in campo dopo diversi mesi. Nell'estate del 2012 cambia club, ma non città: va all'Inter, sua squadra del cuore. Una sola stagione in nerazzurro, prima di approdare al Parma: un anno e mezzo tra luci e ombre, dalle giocate sensazionali ai problemi societari che lo spingono ad andare via. Con la Sampdoria è di nuovo amore: nel 2015 firma un biennale, ma dopo un anno comincia il braccio di ferro con il presidente Massimo Ferrero il quale comunica che non rientra più nei piani della società. Nello scorso mese di gennaio rescinde il contratto, ma continua ad allenarsi con la Primavera. Ieri, infine, il regalo di compleanno in anticipo: la firma con l'Hellas Verona gli permette di tornare ad essere un calciatore a tutti gli effetti. Mai banale, lui, anche fuori dal campo dove parla in maniera schietta e diretta. Abbiamo fatto una selezione delle sue uscite pubbliche: la top 5 delle frasi celebri. Bentornato Antonio Cassano!

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