Marcel Vulpis, vicepresidente vicario di Lega Pro e attualmente presidente facente funzione dopo le dimissioni di Francesco Ghirelli esce allo scoperto. Ai microfoni di Tmw, Vulpis ha spiegato i suoi programmi visto che si è candidato ufficialmente a ricoprire la carica di presidente di Lega Pro. L'assemblea elettiva è prevista il 9 febbraio a Roma al Salone d’onore del CONI.
Serie C
Lega Pro, Vulpis: “Mi candido e vi spiego la mia visione programmatica”
La conferma - "Non so chi correrà, se ci sarà un altro candidato o altri candidati -sottolinea aVulpis-. Io di sicuro sono candidato. Su questo statene certi. Posso parlare per me e assicurare una visione programmatica, nonché la garanzia di essere operativo già dal prossimo 9 febbraio. Nessun altro candidato può vantare una simile esperienza. Io invece ho già dimostrato di poter ricoprire questo ruolo: in questo momento sono il presidente facente funzione e, pur operando in ordinaria amministrazione, il lavoro portato avanti è sicuramente positivo. Credo di aver dimostrato, con i fatti, di saper già gestire e coordinare una struttura complessa come la Lega: non c'è stato presidente che mi abbia chiamato che non abbia trovato ascolto, ma soprattutto risposte, da parte mia".
Il programma - "Se devo fare una sintesi, da parte mia ci sarà forte attenzione ad un approccio molto più pragmatico nella gestione futura della Lega. Arrivo, a differenza di qualsiasi altro futuro candidato, da due anni di esperienza al fianco di un presidente esperto come Francesco Ghirelli, di cui ero il vicario. Anche la delega (in ambito marketing, commerciale e digitale, ndr) che avevo mi ha permesso di entrare nello specifico di alcune tematiche, come, per esempio, i diritti televisivi. Tematica in scadenza tra pochi mesi e su cui interverrò immediatamente post elezione. Il mantra del prossimo biennio è recuperare risorse, andando a fare un'attenta analisi dei costi non prioritari, per non dire superflui… Nei primi 100 giorni lavoreremo per tagliare tutto ciò che non è prioritario e razionalizzeremo nel contempo tutto il resto, puntando su un'organizzazione aziendale incentrata sullo sviluppo di nuovi ricavi da destinare esclusivamente ai club. Per esempio, possiamo pensare ad un rimborso percentuale che porti ad abbattere la quota annuale di iscrizione al campionato. Credo che questo abbia ancora più valore perché i club arrivano da due anni di pandemia: dobbiamo andare per forza in questa direzione. Sicuramente ho una caratteristica per certi versi unica: sono sempre stato molto attento al contenimento dei costi e allo sviluppo dei nuovi ricavi. Sarà una Lega più umana e più vicina alle esigenze dei presidenti. L'obiettivo primario è portare più soldi a casa: oggi gli associati hanno bisogno di liquidità e la Lega dev'essere la prima ad essere ancora più virtuosa anche rispetto al passato. L’idea della “spending review” va proprio in questa direzione: ovvero rivedere il budget presente/ futuro, ottimizzare le spese, generando sempre più ricavi di anno in anno. Per questa ragione rafforzeremo, esclusivamente con risorse interne e quindi senza pagare un ulteriore DG, l’area marketing/commerciale".
Title sponsor - "Ci stiamo lavorando -sottolinea Vulpis- . Ci siamo andati vicini due-tre volte nell’ultimo anno. C'è un tema però di concorrenza sempre più dura. Oggi i nostri competitor spesso sono i club di Serie A: se noi ad esempio cerchiamo un milione di euro, con la stessa cifra un'azienda può pensare ad un club della massima serie, che dà una visibilità certificata tale da poter essere concorrenziale rispetto a quella garantita dalla Lega Pro. Lo dico perché è successo almeno due volte. Non siamo più negli anni ’90 dove i soldi arrivavano a pioggia nel calcio italiano in tutte le serie. Oggi bisogna combattere anche per portare a casa un semplice fornitore ufficiale".
Concorrenza Mariani - Si parla di Matteo Mariani come possibile candidato e Vulpis la pensa così: "Siamo un'associazione democratica, libera. Se uno ha un numero di designazioni compreso 9 e 17 le presenta e si candida: vale per me, vale per Marani, vale per chiunque altro. Dopodiché, in questo caso specifico parliamo di un collega giornalista e ci conosciamo: veniamo dallo stesso mondo, che però è vasto. Massimo rispetto della sua professionalità, credo valga lo stesso da parte sua. Il tema, però, non è tanto l'eventuale candidatura di Marani in sé. Ricordo tra l’altro che, all’epoca, mi chiesero, prima di presentare la candidatura congiunta con Ghirelli, di abbandonare la direzione dell’agenzia Sporteconomy: mi dovetti anche dimettere da amministratore unico e cedetti le quote societarie in mio possesso. E mi invitarono anche ad abbandonare la commissione etica della Federcalcio ucraina per un potenziale conflitto di interesse, che ancora devo capire. Ma tant’è. Ancora ho le pec che attestano quanto dico. Adesso per reciprocità mi attendo dai potenziali candidati avversari lo stesso stile, altrimenti ci troveremmo di fronte ad una palese disparità di trattamento. Quanto poi al nome forte rispondo semplicemente: la forza me la daranno solo i club con il loro voto. Non ho bisogno di mentori o altre forme di sostegno".
La polemica - "Il fatto è che rimango profondamente stupito di candidature che arrivano a 10-12 giorni da una tornata elettorale. A me non risulta che gli asini volino: evidentemente c'è un'idea alternativa per la guida di questa Lega. Ma chi ha interesse ad un’idea diversa? Lo scopriremo nel tempo. Tornando alla campagna elettorale sono per una Lega libera come pensiero e come decisioni, rispettando chiaramente le istituzioni a partire dalla FIGC. Risponderò sempre alle istanze di tutti i club e questa sarà la mia posizione futura in consiglio federale. Al servizio totale dei club e a difesa esclusiva dei loro interessi. Sinceramente, candidature presentate a così breve distanza dalla tornata elettorale non le ho mai viste nella mia vita. Ma siamo in Italia, per carità, dove tutto è possibile. Un Paese fantastico, ma spesso alla rovescia. Però fa pensare e credo faccia pensare anche molti presidenti. Io ricordo, che quando volevo sfidare Ghirelli ho iniziato a lavorare alla candidatura con netto anticipo, a partire dal 15 agosto 2020; poi, mesi dopo, siamo arrivati ad una sintesi elettorale/politica per la tornata elettorale del 12 gennaio 2021: se ti devi presentare ad una elezione così importante devi aver avuto la voglia di metterti in gioco almeno tre, quattro, cinque mesi prima. Dato che le dimissioni di Ghirelli non erano previste, non credo assolutamente nei colpi di fulmini o negli innamoramenti sotto la brina di gennaio. E quindi c'è un'idea alternativa che va contro l’ipotesi di una candidatura unitaria sulla mia persona: la mia, però, è l’unica candidatura lineare in campo. Mi presento in continuità con il lavoro svolto fino ad oggi, con la convinzione di voler chiudere il mandato in esame: su tutte le altre candidature, chiedete a loro. Vi diranno che si sono innamorati della Lega Pro da tempo: io non ci credo e penso che anche i presidenti dei club stiano iniziando a non crederci. Ricordo anche che questo è uno scrutinio segreto: fino all'ultimo chiunque può decidere di cambiare voto in totale libertà. Chi pensa che questa sarà una tornata elettorale bulgara, come ho letto su alcuni media, non ne ha colto proprio il senso democratico e sta mancando di rispetto agli stessi presidenti. E ricordo che, con assoluto senso di responsabilità, il 17 dicembre scorso, uscito Ghirelli dalla Lega ho mandato nella stessa mattinata la pec alla FIGC arrivando così ad assumere le funzioni da presidente: l'alternativa era purtroppo il commissariamento. Sarebbe stata una catastrofe, un danno di immagine incalcolabile per l’intero movimento. Io l’ho salvata da questo disastro e sono orgoglioso di averlo fatto. Resterà sempre nella mia esperienza professionale e nella mia storia personale".
Per qualcuno è un'ipotesi anche adesso…
"Io voglio che qualcuno però lo dica, voglio che qualcuno sostenga che il commissariamento sia l'alternativa migliore. Per me invece sarebbe un danno d'immagine clamoroso e chi lo dice si deve fare un serio esame di coscienza. Tra l’altro quando ci sono dei commissariamenti ripetuti nel tempo, l'immagine si deprezza. E lo stesso vale per i 60 club, collegati al brand generale della Lega Pro. Il 9 febbraio ci guarderà il mercato, ci guarderanno i media, le istituzioni, così come i broadcaster. A tal proposito: la Lega è in trattativa e sta parlando con diversi operatori del settore. Gradirei, anche su questo tema, l’assenza di possibili o eventuali interferenze. Un po’ di rispetto non guasterebbe, ma capisco che chiedo troppo. La linearità non è di questo mondo. Un candidato poi che arriva da una esperienza professionale con un nostro diretto fornitore mi lascia basito e come me iniziano a pensarla tanti club che mi voteranno".
Diritti tv - "Personalmente non posso partecipare a trattative, dovendomi occupare solo di ordinaria amministrazione. Però c'è una struttura consulenziale che sta entrando in contatto con diversi operatori per capire cosa vuole concretamente il mercato relativamente al prodotto Serie C. Il nuovo presidente dovrà, anche in questo caso, guidare la crescita del prodotto nei prossimi anni. Al centro ci dovranno essere la spettacolarità e maggiori opportunità di fruizione dei contenuti audiovisivi da parte dei tifosi. Ci sono varie ipotesi da discutere (a partire dal prossimo consiglio direttivo). Una può essere, come è successo nel passato, l’ipotesi dell’esclusiva da parte di un operatore (come è attualmente), così come potrebbe esserci l'idea alternativa di una co-esclusiva: in questo momento è importante entrare in contatto con il maggior numero di operatori. E poi c'è da potenziare l'area internazionale: oggi, oltre ai broadcaster italiani, abbiamo “196 Sports”, molto focalizzato sul mercato nordamericano, oltre alle opportunità offerte dalla piattaforma Eleven Sports. Ma, da qui alla scadenza del mandato, ci deve essere una accelerazione fortissima per espanderci all’estero. Dobbiamo assolutamente internazionalizzare il prodotto Serie C, così come stanno già facendo Serie A e B. Abbiamo iniziato a mettere una prima pietra miliare con l'accordo ufficializzato con OneFootball, piattaforma mondiale dedicata al calcio molto legata al tema dei giovani: l'operazione di Berlino è solo l'inizio di un percorso di internazionalizzazione dei brand, sia della Lega che dei club".
La presidenza Ghirelli è finita su una proposta di format. Che fine farà quell'idea?
"Ghirelli era il primo a pensare che avrebbe vinto su quel tema. Nessuno immaginava che potesse perdere, ha ritenuto di andare fino allo show-down: era una sua visione e l'ha portata fino in fondo. Sono temi da riprendere con una metodologia diversa, lavorando dal basso verso l’alto, non il contrario. In questa nuova Lega c'è bisogno di maggiore condivisione, così come nascerà una commissione tecnica per valutare quale potrebbe essere la proposta migliore per l'inserimento di ulteriori seconde squadre. Allo stesso tempo, penso debba nascere una commissione, con rappresentanti di tutti e tre i gironi, su un'idea di riforma del campionato. Ripeto: sempre però dal basso verso l'alto, non il contrario. La bravura del futuro presidente, così come del futuro consiglio direttivo, sarà sempre trovare la sintesi rispetto alle istanze presentate. Se non partiamo dal dialogo, non arriveremo mai alla riforma che tutti si aspettano da anni".
L'altro vicepresidente (Luigi Ludovici) aveva portato avanti un lavoro per il tema stadi. Proseguirà?
“Sì, aveva la delega sul tema infrastrutture. Quest’ultimo faceva parte del programma del 12 gennaio 2021. Come aveva anticipato lo stesso Ghirelli, in una delle ultime assemblee, ci sono diverse strutture sotto osservazione per trovare soluzioni migliorative. Penso soltanto allo stadio del Taranto calcio, collegato ai Giochi del Mediterraneo 2026: tutto questo fa parte dei progetti da portare avanti nel prossimo biennio. L’obiettivo è sia poter ospitare al meglio i tifosi, sia potenziare le strutture destinate al settore giovanile”.
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