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Mancano appena 22 giorni alla scadenza ultima per presentare la domanda di iscrizione al prossimo campionato 22/23. Se in Serie A non ci saranno colpi di scena, in B resta grave la situazione della Reggina mentre sono anche in ansia i tifosi del Benevento dopo la decisione del presidente Vigorito di dimettersi e rimettere il club nelle mani del sindaco Mastella. La situazione più grave si registra in C con ben 8 club che potrebbero non iscriversi al campionato 2022/23. Monterosi Tuscia, Potenza Teramo, Siena, Pro Patria e Imolese sembrano in difficoltà. La Triestina dopo la scomparsa del presidente Biasin è alla ricerca di un nuovo proprietario e lo stesso sta facendo il Messina con Sciotto che non vuole continuare. La Serie C la reggono i mecenati e senza l’intervento di imprenditori che tengono in vita piccole realtà, la prossima estate sarà l’ennesima ecatombe di società piccole e media che scompariranno.
Delle riforme per adesso neanche l’ombra. In Italia continuiamo a detenere il poco encomiabile record del numero di club pro: sono 100, nessuno in Europa ne ha tanti, persino la straricca e bulimica Inghilterra si ferma a 91, probabilmente troppi pure quelli. Bisogna darci un taglio o il numero dei club saltati aumentare a dismisura. Se risaliamo agli ultimi vent’anni i club saltati in aria sono stati 139. Inevitabile, considerato che i costi della Serie C corrispondono al 163% dei ricavi. È evidente che la prima cosa da fare, da tempo, sarebbe ridurre il numero delle società professionistiche. Invece la riforma dei campionati resta una chiacchiera da bar.
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