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Trento, adesso per salvare D’Anna non resta che il sale

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Trento in caduta libera dopo l'ennesimo ko in questo avvio di stagione

Redazione ITASportPress

L’ennesimo ko, stavolta in Coppa Italia contro il Mantova, fa sprofondare i tifosi gialloblù al momento in una depressione profonda. I calorosi e sempre presenti tifosi del Trento sgranano un rosario di numeri da incubo: quarta sconfitta stagionale in sette partite tra campionato e coppa, undici gol subiti con quello di Mantova e nove fatti. Lontano dal “Briamasco” il Trento ha conquistato un punto facendo meglio solo di Piacenza e Mantova a zero.

Fuori bersaglio Per trovare una partenza peggiore tra i professionisti, bisogna andare indietro nel tempo di quasi vent’anni. Insomma, da tempo il Trento non iniziava la stagione così male. La cosa più grave, forse, è che la quarta caduta è arrivata al termine di uno dei migliori secondi tempi stagionali per atteggiamento in campo e occasioni anche se su sette tiri scagliati verso Tosi, solo una volta è stata centrata la porta avversaria: Darmian al 53’. Dunque se questo Trento non vince neppure quando gioca per 30 minuti un tantino meglio, quando arriverà il successo? 

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Soliti errori A Mantova l’undici di Lorenzo D’Anna ha preso in mano la partita nella ripresa, ha messo sotto i padroni di casa, decisamente scadenti, non ha sbloccato il match e piano piano se lo è fatto sfilare, a causa dei soliti errori. Anche questo è grave: il Trento si fa male sempre nello stesso modo. Lancio in verticale e avversari in gol. Dormita di tutta la retroguardia gialloblù e gol di Yeboah che per come ha steso Ferri con una finta, è sembrato l’ex interista Rummenigge quando mise a sedere il difensore dell’Amburgo Jacobs in Coppa Uefa. Il portiere Marchegiani poteva fare meglio visto che la conclusione del numero 99 non era angolata e neanche forte come quella del tedesco. Insomma sempre gli stessi errori, sempre le stesse amnesie, i soliti cali mentali di questa squadra. Per giustificare i ko a D'Anna non resta che aggrapparsi alla sfortuna. 

Questione di sale Forse il buon patron Giacca farebbe bene a gettare il sale nella porta avversaria come faceva tanti anni fa a Catania il presidente Angelo Massimino. Magari questo tipo di terapia d’urto funziona per salvare la panchina di D’Anna. Ma per molti tifosi questa è la notizia peggiore visto che il popolo gialloblù ha individuato da tempo il responsabile di questa situazione. D’Anna per rimanere aggrappato alla panchina sa di dover scalare una montagna perché intervenire nella testa dei giocatori è molto più difficile che intervenire alla lavagna. E le sconfitte portano assuefazione. Domenica arriva il Renate al "Briamasco", squadra che fuori casa ha raccolto solo due punti: un’occasione per reagire, ma anche il rischio di sprofondare. Ma in via Roberto da Sanseverino 41 si aggrappano al...sale. 

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