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Il caso

Trento, la vergogna del prato dove corrono i conigli. Cosa non va del Briamasco

Trento, la vergogna del prato dove corrono i conigli. Cosa non va del Briamasco - immagine 1
Dopo i calciatori, anche il mister D'Anna ha criticato il terreno di gioco del Briamasco. Ecco perché è ridotto così male

Redazione ITASportPress

«Senza l’urlo e il movimento del pubblico il calcio sarebbe uno zero. È una storia di passione. Sarà sempre così. Senza la passione il football è morto. Solo ventidue uomini grandi e grossi che corrono su un prato e danno calci a una palla. Proprio una gran cagata». Così decretava John King in Fedeli alla tribù, libro cult del tifo radicale. Ma in Italia stadi ospitali per gli spettatori sono pochi. E' veramente difficile trovare impianti efficienti per funzionalità, agibilità e godibilità. Il discorso, più prosaicamente, vale pure per le casse delle società: poco pubblico, pochi ricavi. 

Problemi Briamasco - Si parla molto spesso di insostenibilità del sistema calcio in Italia. C’è bisogno di interventi straordinari per rilanciare la fruizione del calcio, che deve necessariamente passare dalla costruzione di impianti al passo con i tempi. Molti gli stadi inadeguati e uno di questi è senza dubbio il “Briamasco” di Trento che presenta tantissime criticità. Ne elenchiamo alcune: mancanza di copertura dei settori occupati dai tifosi nelle curve; mancano i bar in ogni settore; per accedere ai servizi igienici si deve passare in altri settori dello stadio e spesso c’è chi non fa ritorno nel proprio posto; tutti gli ingressi sono dal lato strada di via Roberto da Sanseverino; gli spogliatoi angusti e piccoli di 60 mq. occupati da circa 30 persone in ogni partita. Gli arbitri che nel professionismo ora sono 4 si cambiano in uno spogliatoio da 6mq. con una sola doccia. Se arriva un fischietto donna che succede? Andrà forse nel locale antidoping altro non si può fare. Per il locale della Procura Federale, di solito con tre persone, è stato liberato il magazzino di 3 mq. che era il deposito del custode responsabile dello spogliatoio; esiste anche un problema di parcheggi che si aggrava quando piove. Ma non è finita qui. I calciatori e il tecnico del Trento Lorenzo D’Anna si lamentano giustamente per le pessime condizioni del terreno di gioco. Porzioni di campo ingiallito e rovinato che crea difficoltà ad esprimere il calcio molto tecnico predicato dal mister gialloblu’.  La notte ci sono pure i conigli nel terreno di gioco che scavano nell'area di rigore creando buche.

Festa in campo per il Trento

Gestione - Della gestione del prato del "Briamasco", così come del manto erboso di altre strutture cittadine, se ne occupa l’Asis Trento. L’erba, le zolle, se così si possono  chiamare, del  “Briamasco” hanno più  di 30 anni e Asis aveva fatto una gara per rifare il manto erboso totale verso fine maggio ma è andata deserta per il valore del prezzo esposto (soggetto a ribasso ) troppo basso. Bisognerebbe sapere e capire cosa c’è dietro il problema del campo. Dal 20 giugno scorso è Claudio Alì il nuovo direttore di Asis, brava persona e manager capace sempre attento alle problematiche cittadine. Sicuramente si occuperà presto della questione prato. Le istituzioni provinciali e comunali hanno fatto diversi interventi tampone in passato, ma con le nuove normative, anche in ambito federale, la struttura non riesce a stare al passo con i tempi. Servono spazi e nuovi locali. 

I danni - Una cosa è certa: il danno è enorme per il club del presidente Mauro Giacca che ha avviato un progetto di rilancio che prevede anche la Serie B in tre anni. La società sta mettendo tanto cuore e passione per questo sport ritornato dopo più di 25 anni nel calcio professionistico con eleganza e serietà. Bisogna preoccuparsi di questa grave situazione stadio e prato e farlo urgentemente.  

Stadio nuovo - A Trento serve una struttura accogliente e al passo con i tempi. In città  c’è un disperato bisogno di un nuovo impianto che possa anche attrarre più tifosi e di conseguenza aumentare i ricavi della società di Giacca. Bisogna intervenire perchè non è possibile che una città con più di 100 mila abitanti, non abbia uno stadio efficiente. Non è possibile procrastinare all’infinito questo progetto. Un nuovo stadio porterà anche alla crescita e alla ricerca dei talenti.  

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