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Serie C

Trento, una squadra indifesa e bocciata. La salvezza si raggiunge solo se…

Redazione ITASportPress

L'analisi di una squadra gialloblù in netta difficoltà

Questo Trento guidato dal mister Tedino dopo un avvio incoraggiante con una serie di risultati positivi soprattutto fuori casa si è inceppato e l’inerzia sembra terminata. Va bene la sfortuna e le tante defezioni ma c’è tanto che non funziona. Il Trento deve dimenticare i playoff e cambiare marcia per mantenere la categoria. 

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La striscia Il Trento ha perso in campionato sette gare su 14. E, quel che più è preoccupante, che nelle ultime due partite contro Pergolettese e Virtus Verona sono riemerse problematiche tecniche e tattiche che parevano definitivamente sepolte dopo le vittorie esterne contro Pro Patria e Lecco. Proviamo a capire quali sono i limiti di questa squadra visto che l’insoddisfazione è palpabile per il cammino in campionato, a tutti i livelli. Ed è una insoddisfazione che deve portare a un colloquio tra la dirigenza e l’allenatore. C’è la voglia di dare una scossa a una situazione che è giusto definire pericolosa. 

Criticità Tedino quando si è presentato alla squadra ha chiesto un cambio di passo principalmente su tre punti. Il primo riguardante i cali di concentrazione: il Trento non riesce a mantenere sempre alto il livello dell’attenzione e della predisposizione alla giocata. Gli errori individuali che portano ai gol avversari o anche quelli relativi alla reti fallite, si spiegano anche così. Secondo punto, strettamente tecnico: scarsa attenzione sulle marcature preventive. E sulla disposizione in campo. I gol subiti a Crema e contro la Virtus Verona sono una catena di errori e di letture sbagliate, con posizionamenti difensivi non corretti o addirittura mancanti. Terzo punto: poca cattiveria. Questa squadra non riesce mai ad arrivare al momento di azzannare la partita e pensa sempre di aspettare l’episodio favorevole.  La sostanza è che il gioco del Trento si è involuto e non ci sono idee. La squadra non ha mai avuto una vera identità e preoccupa la tenuta mentale che adesso spaventa più del calo fisico. 

Erba di casa mia Ma poi cosa succede al Briamasco? Perché nel suo stadio, malgrado la spinta del suo caloroso pubblico, il Trento fa fatica? Eppure il clima è l’ideale. La squadra gialloblù con 6 punti ottenuti è al 18simo posto ed ha fatto meglio solo di Piacenza e Virtus Verona che non hanno mai vinto in casa. C’è un altro dato lampante: con 12 reti incassate al Brimasco la difesa di Tedino ha fatto meglio solo del fanalino di coda Piacenza (15 gol subiti).  E’ evidente che senza gioco e intensità, in casa non si riesce a dominare l’avversario. 

Mercato Il Trento è la squadra con l’età media più alta del girone con quasi 26 anni. Guardando la rosa per ruoli la difesa ha una media età di 27 anni e l’attacco di 29 anni. Il mercato estivo non ha portato ne gol ne fantasia a questa squadra. Fatta eccezione per Simone Saporetti che ha segnato 4 gol, tutti gli altri arrivati non hanno reso secondo le aspettative. Da Brighenti, Ferri, Pol Garcia, Cittadino, e Fabbri, ci aspettavamo ben altro e invece hanno un rendimento ben al di sotto della sufficienza. Adesso sono stati tesserati con troppa fretta elementi poco funzionali al progetto come Vitturini e Bertaso che nulla possono dare al Trento. Meglio sarebbe stato aspettare gennaio. E a proposito di gennaio, è sbagliato dare troppe responsabilità a Tedino che su stessa ammissione della società sceglie i calciatori. E’ il momento di prendere un valido direttore sportivo che senza fare rivoluzioni in inverno sappia puntellare la squadra con almeno 5 innesti per centrare la salvezza. Purtroppo non sarà facile svecchiare la rosa visto che sono stati fatti contratti pluriennali a nove calciatori non più giovani.

Beppe Castro