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Il caso

Vicenza, lapsus telecronista: chiama «negro» calciatore e caso finisce in Parlamento

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Il giocatore del Vicenza è nato nel 2001 a Andohatapenaka (Madagascar) e all’età di tre anni è stato adottato da una famiglia di Roma.

Redazione ITASportPress

Sicuramente è stato uno scivolone, ma neanche le scuse in diretta tv hanno evitato la bufera che si è abbattuta sul telecronista di Eleven Sport Stefano Carta che ha commentato giovedì scorso Trento-Vicenza. Durante la gara il giornalista ha commesso un errore involontario: ha sbagliato il cognome dell'esterno biancorosso Freddi Greco e l'ha chiamato Negro. L’episodio si è verificato al 12' del primo tempo, quando il numero 15 stava per calciare una punizione. E nel quale, il telecronista incaricato di commentare le gare interne del Trento, ha detto: «Negro con il numero 15, attenzione a Negro», salvo poi correggersi e scusarsi immediatamente. «Scusate, attenzione a Greco, non Negro». L'ex centrocampista del Catania che ha 21 anni ed è nato in Madagascar e prima del trasferimento al Lane, si è affermato alle pendici dell'Etna, è finito dentro questo grande polverone mediatico a sua insaputa.

Parlamento Il lapsus del telecronista ha scatenato una polemica incredibile in tutta Italia e l'onda lunga è arrivata persino in Parlamento con una interrogazione presentata dal senatore Zanettin (Forza Italia) che ha ritenuto una gaffe imperdonabile quella del giornalista bolzanino chiedendo sanzioni. Eleven Sports è intervenuta: «Intendiamo innanzitutto scusarci — si legge in una nota diffusa — Nonostante l’accaduto sia da ricondurre a una gravissima leggerezza da parte del collaboratore, ci sentiamo di affermare con certezza che dietro a questo episodio non si celi alcuno sfondo razzista. Pur avendo compreso le sue ragioni e raccolto le sue scuse, la collaborazione con il telecronista è stata sospesa».

Vicenza interviene con una nota Scrive il Lane sul sito ufficiale: "Riceviamo e pubblichiamo quanto segue da parte di Eleven Sports": “In riferimento all’increscioso episodio verificatosi ieri nel corso della diretta streaming della partita di Serie C fra Trento e Vicenza e che ha visto coinvolto un telecronista che collabora con Eleven, il quale ha confuso il cognome del giocatore Freddi Greco con un altro cognome (comunque frequente fra i club di Serie C) chiaramente fraintendibile, Eleven Sports intende innanzitutto scusarsi con tutte le parti coinvolte e che si sono sentite in qualche modo lese, in primis con il giocatore del Vicenza, Freddi Greco.

Nonostante l’accaduto sia da ricondurre ad una gravissima leggerezza da parte del collaboratore, ci sentiamo di affermare – con certezza – che dietro a questo episodio non si celi alcuno sfondo razzista e non sarebbe corretto considerarlo sotto altra veste, lontana sia dal modus operandi di Eleven Sports sia da quello del commentatore stesso. Si è trattato, purtroppo, di un imperdonabile lapsus ad opera del telecronista, che si è prontamente corretto qualche secondo più tardi.  Il collaboratore in questione, che ha commentato con professionalità e puntualità tante partite di Serie C nel corso delle stagioni precedenti, ha già fatto pervenire le proprie scuse alla società del Vicenza e al giocatore. Pur avendo compreso le sue ragioni e raccolto le sue scuse, la collaborazione con il telecronista è stata prontamente sospesa.

Nel corso degli anni, Eleven Sports ha condannato concretamente qualsiasi tipo di discriminazione e continuerà a farlo, a difesa dei più sani valori dello sport e non solo”.

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Linciato per un lapsus Insomma una vera bufera sul telecronista per un chiaro lapsus. Chi conosce Carta sa bene che non è un razzista ma assolutamente una brava persona oggi messo alla gogna, non solo mediatica, per un un errore involontario commesso nella concitazione della diretta. Evidentemente le scuse non sono bastate. Occorrerebbe riflettere sul modo in cui ci poniamo al cospetto di giudizi e accuse di qualsivoglia natura. Bisogna evitare di attivare una caccia alle streghe illogica e addirittura controproducente. Chi oggi ha 50 o 60 anni ricorda che, certe parole oggi severamente vietate per non incorrere nella lesa Maestà, erano comunemente usate e nessuno si scandalizzava più di tanto. Ed inoltre se in diretta tv si commetteva un lapsus bastavano le semplici scuse per chiudere la vicenda. Oggi purtroppo nell'era dell'odio tout court basta poco per chiedere persino l'impiccagione.

Caso chiuso Oggi la vicenda si è chiusa bene con il post sul profilo Facebook del Vicenza che ha riportato le parole del calciatore:"Oggi ho conosciuto Stefano Carta e ci siamo abbracciati. Può capitare a tutti di sbagliare: succede a me in campo, può succedere fuori dal campo, confondendo un nome. Visto il risultato finale della gara, speriamo di vederti commentare presto un’altra nostra partita". Il caso è chiuso.

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