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Lucio: “Un errore andare alla Juventus ma Branca mi chiamava ogni 10 minuti per mandarmi via dall’Inter…”

LONDON, ENGLAND - NOVEMBER 01:  Lucio speaks to a team mate during the Inter Milan Training Session ahead of their UEFA Champions League Group A match against Tottenham Hotspur at White Hart Lane on November 1, 2010 in London, England.  (Photo by Dean Mouhtaropoulos/Getty Images)

"Il ritiro? Sono felice di tutto quello che ho vissuto in carriera, ora mi dedicherò molto di più alla famiglia"

Redazione ITASportPress

Torna a parlare Lucio, storico difensore centrale che ha vestito in Italia le maglie di Inter e Juventus. Eroe del Triplete nerazzurro ma anche vittima del mercato e di qualche incomprensione di troppo. Parlando a La Gazzetta dello Sport, il brasiliano ha raccontato alcuni momenti vissuti con le due maglie.

ALL'INTER - "La notte di Madrid non si può dimenticare, ma tutta quella stagione fu incredibile: in testa avevamo solo l’idea di vincere e ci riuscimmo", ha detto Lucio ricordando il successo in Champions League del 2010. Ma tra i bei momenti vissuti in maglia nerazzurra anche i derby contro il Milan: "È una partita speciale tra due grandi squadre con grandi tifoserie: i miei derby li ricordo bene, ne ho giocati 5 e vinti 4. Forse portavo fortuna... L’atmosfera del Meazza è bellissima, i tifosi si comportano bene, c’è grande rispetto tra la gente. Per me Inter-Milan è il “clasico” più importante del mondo".

TRASFERIMENTO - Dopo i successi con l'Inter, il passaggio alla Juventus: "Fu un errore. Nel 2012 era cambiato tutto, c’era un allenatore, Stramaccioni, che mi diceva di restare ma non era ciò che voleva. Infatti ogni 10 minuti mi chiamava Branca e mi diceva di trovarmi una squadra. Non era facile dopo tutto quello che avevo fatto all’Inter. Non arrivavano contratti forti, all’ultimo giorno non avevo altre opzioni: il mio manager mi disse di andare alla Juve. Ma è stata una decisione sbagliata". "Conte (all'epoca tecnico bianconero ndr)? Dico che è un buon allenatore, quello che è successo ci poteva stare. Bonucci rischiava una lunga squalifica e Conte mi disse che avrei giocato io, poi non è successo e non ho trovato spazio. Sono stato poco alla Juve, non ho provato per i bianconeri l'affetto che ho sentito nei confronti dell'Inter. Non ho rancore nei confronti del mister".