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Luis Jimenez: “Tornerei di corsa in Italia, ma non so chi vorrebbe un vecchietto come me”

"Quando sento che i giocatori vengono messi fuori rosa per questioni contrattuali, ricordo come ho vissuto io quei momenti e non è giusto che un ragazzo subisca le stesse situazioni"

Redazione ITASportPress

Luis Jimenez, vecchia conoscenza del nostro calcio, ha toccato diversi temi ai microfoni di Goal.com. Ecco quanto dichiarato dal centrocampista cileno dell'Al-Nasr: "L’Italia mi manca molto. Mi manca il cibo, lo stile di vita, gli amici, tutto. Se tornerei? Di corsa, ma non so chi voglia un 'vecchietto' come me.  A 32 anni ho fatto quello che dovevo in Europa. Certo, a me piacerebbe e se arrivassero offerte le valuterei sicuramente, ma oramai in Italia si cerca sempre di fare l’affare per poi rivendere. Avevo solo 18 anni quando arrivai in Italia, ho fatto un provino con la Ternana ed è andato bene. Da lì è iniziata la mia odissea. In realtà all'inizio fintanto che c’erano Agarini e Capozucca tutto procedeva bene, poi quand'è cambiata la proprietà sono nati i primi problemi. Avevo molte richieste, andavo sempre in prestito, facevo bene, ma poi tornavo sempre a Terni e ogni volta era sempre la stessa storia. Ricevevo offerte, ma non c’era modo di riuscire a parlare con la società, poi all'ultimo giorno di mercato mi spedivano da qualche parte. L’attesa era snervanteAll'Inter avevo fatto bene, infortunio permettendo, ed ero convinto che i nerazzurri mi riscattassero dalla comproprietà, anche perché avevo ricevuto rassicurazioni in questo senso dalla società. Invece, la Ternana, che nel frattempo era retrocessa in Lega Pro, offre di più alle buste e io mi ritrovo di nuovo a Terni. Dalla Champions League alla Lega Pro, potete immaginare come mi sia sentito. E anche quella volta non c’era modo di parlare con nessuno, non avevo un interlocutore, non sapevo cosa ne sarebbe stato di me. Era evidente che non sarei potuto restare in Lega Pro, ma nessuno sembrava preoccuparsene. Poi, come al solito. l’ultimo giorno di mercato vado via e finisco a Cesena. Facciamo benissimo, ci salviamo contro ogni pronostico, una stagione meravigliosa. A fine anno, però, la solita solfa… Non avevo alternativa che l'articolo 17, perché in Italia avevo sì l’offerta del Cesena, ma da Terni non si riusciva ad avere una risposta. Poi l’ultimo giorno arriva l’ok, ma a quel punto io avevo già deciso. Mi sono liberato e sono andato via. Tuttavia, se ti avvali dell’articolo 17, puoi solo andare in una squadra di un’altra federazione e, a mercati europei chiusi, ho deciso di andare a Dubai. Ci vuole maggiore tutela verso i calciatori, perché i contratti si firmano in due e quando le cose vanno male, dall'una o dall'altra parte, non si può tornare indietro. Quando sento che i giocatori vengono messi fuori rosa per questioni contrattuali, ricordo come ho vissuto io quei momenti e non è giusto che un ragazzo subisca le stesse situazioni. Se ad un giovane dovesse capitare quello che è successo a me, gli consiglierei di contornarsi di persone che gli vogliono bene, di non abbattersi neanche nei momenti più difficili, di continuare a fare le cose per bene, allenarsi con intensità per farsi trovare pronto quando la tempesta passerà. A chi sta dal''altra parte, però, ricordo che dietro al calciatore c’è sempre una persona, che soffre come tutti e che merita rispetto. Scudetto? Anche quest’anno lo vincerà la Juventus, perché è troppo superiore alle altre. Rispetto ai miei tempi il livello si è abbassato di parecchio, una volta c’erano più squadre che potevano lottare per il titolo, oggi solo Juventus e Napoli, che però parte bene, ma poi alla distanza paga sempre qualche risultato negativo, mentre la Juventus non sbaglia mai. Mi dispiace soprattutto non vedere più ai vertici Milan e Inter: vedo che quest’anno sono migliorate, ma ci vorrà tempo per colmare il gap con la Juventus".